20081130

segri

Segrì (o sgrì) = brivido.

Perchè lo stridìo del gesso o delle unghie sulla lavagna fa venire i brividi?

La spiegazione del fenomeno è tutt'altro che semplice, e le opinioni in merito sono discordanti. Uno degli studi più accreditati è quello dello psicologo statunitense Randolph Blake, della Northwestern University.
Egli ha analizzato lo spettro del suono delle unghie sulla lavagna e lo ha separato nelle diverse frequenze da cui è composto. Poi ha eliminato di volta in volta alcune di esse chiedendo a un gruppo di volontari se provavano disagio. Ne è emerso che sono le frequenze centrali del suono, quelle comprese tra i 2000 e i 4000 hertz, a essere quelle più insopportabili.
Per scoprire il motivo di tanto fastidio, Blake ha passato in rassegna una serie di suoni e rumori della natura e di animali e ha scoperto che lo spettro sonoro delle unghie sulla lavagna è lo stesso delle urla di allarme di alcuni primati come gli scimpanzé. E' quindi probabile che questo suono ci faccia venire i brividi perché ci ricorda un segnale di allarme che doveva scatenare una reazione di difesa o di fuga nei nostri lontani progenitori. Pur variando in base alla sensibilità di ciascuno, questo tipo di brivido si tratterebbe perciò di una reazione biologicamente connaturata nel nostro organismo.

20081129

smataflone

Ceffone, sberla
La pronuncia è una particolare inflessione bolognese: "smataflàn", dopo la a accentata prende un breve suono a metà strada fra la o e la u e si conclude con la n.

Si usa minacciare i bambini "birichini" dicendo: "Se non la smetti, t'arriva uno smataflone!"


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| slepa ¬ stramusón

20081127

schito


schito = sterco di polli, oche e sim.
(termine di probabile origine onomatopeica)

botolo

Bòtolo (o bòtoeo). Il Tutolo, ovvero il "torsolo" della pannocchia di mais.

20081126

strucon

Strucón = Stretta (sost.)

Strucon, s.m. = forte stretta, abbraccio caloroso;
energico pizzicotto; fitta, morso all'intestino.

Strucon de buele
= crampo all'intestino.
Sentir un strucon al cuor = sentire una stretta al cuore, accorarsi.
Struconar
, v. = stringere, pizzicare, spremere con forza e ripetutamente;
abbracciare con particolare enfasi affettiva.

strucono, struconavo, struconarò, struconarìa, struconà

Struconarse
= stringersi con trasporto.
I xe sempre drìo struconarse = detto
specialmente degli abbracci che sogliono scambiarsi le coppiette.

20081125

moccolo

Móccolo = bestemmia
da cui il relativo verbo "smoccolare" (anzi, "smoccolà"), da non confondersi con il riflessivo "smoccolarsi" (anzi, "smoccolassi") che significa sbattere la faccia e rompersi il naso.


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20081124

Mangett

openclipart.org

tont

Tónt

Indica il piatto piano (quello fondo è la fundìna), oppure un piatto in genere, o ancora una porzione.

20081123

bodda

La bòdda (detta anche bòta)

rubrica

Propongo al posto del tag Animali, una vera e propria Rubrica.
Come nome suggerisco : BESTIARIO o ANIMAL HOUSE....
Giochi invece lo farei confluire in JOKER...

Intanto questo, poi potrebbero venirmi in mente altre proposte...
avvertiti tutti :D


libri

Pare che in Italia se leza pochi libri rispèto a tuti i altri paesi europei, e no se capisse el parchè e el parcome. Forse parchè ne manca el tenpo, digo mi. Mi tuto quèo che go leto, lo go leto in bagno. Ghe ze do boni motivi par lezare un libro: uno, parchè el te piase e due, parchè te poi vantarte de averlo leto. Comunque no basta avere tanti libri, come che dise me mujer: "Dopo bisogna anca cavarghe a polvere!". Tanti libri novi i vìen desmentegà nel giro de un ano, in particolare da tuti quèi che te ghe li ghè inprestà.
Bronse Querte

Sembra che in Italia si leggano pochi libri rispetto a tutti gli altri paesi europei, e non si capisce il perchè e per come. Forse perchè ci manca il tempo, dico io. Io tutto quello che ho letto, l'ho letto in bagno. Ci sono due buoni motivi per leggere un libro: uno, perchè ti piace e due, perchè ti puoi vantare di averlo letto. Comunque non basta avere tanti libri, come dice mia moglie: "Dopo bisogna anche toglierne la polvere!". Tanti libri nuovi vengono dimenticati nel giro di un anno, in particolare da tutti quelli ai quali li hai imprestati.
Bronse Querte

broéja


broéja (s.f.) | convolvolo (vilucchio)

20081122

topetti

Giovedì...topetti!

bonora

Bonóra = presto, per tempo, di buon mattino

Il genitore al figlio che esce di sera: "vien casa bonóra"

Vado a letto presto perchè: "doman devo svegiarme bonóra"

20081120

biavarol

biavarol = sarebbe "biadaiuolo" anche se, ovviamente, oggi non vende più biada, ma soprattutto formaggi e salumi.


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similia tag | casolìn

legor

Légor.

Scónda légor=nascondino (da scónt, nascondere).

Zamira

Tirabuson

20081119

da montelupo si vede capraia

Da Montelupo si vede Capraia, Dio li fa e poi li appaia.

Ein zwei drei Polizei



Al set Cagliot c'al dutor nov al dis che ai ong di pe in dog.
(Lo sai Cagliotto che il dottore nuovo dice che le unghie dei piedi sono dodici?)

Set = sai = 7
ot = 8
nov = nove = 9
dis = dice = 10
ong = unghie = 11
dog = 12

Strusce

Do' la cere se strusce e la brecessione non camine!

20081118

bachette

bachétte = fagiolini
"En* bachette": tipica risposta alla domanda "Oh mà, che c'è a mangià? (Oh mamma, che c'è per pranzo/cena?)", quando il menù è tutt'altro che vario ed elaborato. In senso più ampio, sta a significare un qualsivoglia stato di penuria o una situazione non favorevole.

*"En" : forma contratta di "enno", "sono" (terza persona plurale del verbo essere).

20081117

bronsa cuerta

"Brace coperta": ovvero covare sotto la cenere.
Si dice di una persona innocua/tranquilla ma che può avere esplosioni di rabbia...

ciammaruca


ciammaruca (s.f.) | lumaca


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| ciammarica

Cavdel

openclipart.org

20081116

Ignazio Buttitta

Un populu mittittinc’ a catina
spugghiàtilu
attuppatinc’ a vucca
è ancora libero
levatinc’ u travagghiu
u’ passaportu
a tavola 'unni mangia
u’ lettu unni dormi
è ancora ricco.
Un populu diventa poveru e servu
quannu 'nc’ arrobbanu 'a lingua adduttata d’i patri
è persu pe’ sempi
diventa poveru e servu
cuanno i paroli nun figghianu paroli
e si mangianu intra d’ iddi
mi n’ addugnu uora, mentre accordu a chitarra
du ddialettu ca perdi ‘na corda 'gni iuornu.



Un popolo mettetegli la catena
spogliatelo
tappategli la bocca
è ancora libero
toglietegli il lavoro
il passaporto
la tavola dove mangia
il letto dove dorme
è ancora ricco.
Un popolo diventa povero e servo
quando gli rubano la lingua adottata dai padri
è perso per sempre
diventa povero e servo
quando le parole non partoriscono parole
e si mangiano fra loro
me ne accorgo ora, mentre accordo la chitarra
del dialetto, che perde una corda al giorno.

Cacòcciola

Cacòcciola = Carciofo


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similia tag | articiòco

intimea

intimèa (s.f.)
=
1. federa da cuscino;
2. persona irresoluta, facilmente influenzabile.

20081115

i

Qual è la parola più corta del vostro dialetto?

cheno

chèno = vino

"... ma ti gà 'a coa?"

... ovvero "ma hai la coda?"
Si usa dire quando uno usa lasciare la porta aperta entrando o uscendo da una stanza. Ovviamente non chiuderebbe la porta perché avrebbe paura di lasciarci la coda in mezzo.
Altra variante "... ma ti xe nato in barca?"

20081114

Pantaciata

Pantaciata = Fiatone

20081113

mare

me mareme mare
=
mia mamma

popà

me opàme popà
..oppure..
me opà
=
mio papà

20081112

figà

figà = fegato

20081111

zacanella


Zacanèlla = Fuochi d'artificio.

s’appiccea tuttu co’ quelle zacanèlle
si illuminava tutto con quei fuochi d’artificio.

Ma il termine viene ormai utilizzato molto più spesso con il suo significato volgare che indica la masturbazione maschile! ;-)

Abbottare


o meglio: Abbotta' = Gonfiare, riempire al massimo.

moeghe on ponto

Moeghe on ponto = molla un punto, molla un pò, sii più elastico, meno rigido



Orchestra Popolare di Venezia

Marieta monta in gondoea

(Bixio-Cherubini-Concina)

lui: Marieta monta in gondoea che mi te porto al Lido!
lei: Mi no che no me fido, ti xè massa un impostor!
lui: Cossa te disi cocola? Perchè in quel boscheto...
lei: Ti m'ha scrocà un baseto per pissegarme el cuor.
E tiche-tiche-ti... ti te disi "no"
ma mi so' che te bate el cuor...
tiche-tiche-tà...
anca lu lo sa che a Venessia l'amor se fa...... in gondoeta..!
lei: Digo no... no ghe vegno no!!!
Co sto afar del si e del no,
moeghe on ponto...
moeghe on ponto...
moeghe on ponto tutti do...!
lui: Ma varda che spetacoeo ea luna xè d'argento
lei: No far del sentimento cossa te vol mi so'.
lui: Sora le tonde cupoe, svoea e coeombele
lei: Zònteghe pur e steee ma no me fido no!
E tiche-tiche-ti te disi "no"
ma mi so' che te bate el cuore...
tiche-tiche-tà...
anca lu lo sa che a Venessia l'amor se fa...... in gondoeta...!
lei: Digo no... no ghe vegno no!!!
lui: Va ben, va ben finimoea mi ciapo un'altra strada
lei: Te fa una balossada, no so se te convien!
lui: Me sercarò Felisita per farte un bel dispeto
lei: Mi no che no permeto perchè... te vogio ben...!
E tiche-tiche-ti... ti te disi "si"
anca mi, si me bate el cuore...
tiche-tiche-tà...
che felisità
a Venessia l'amor se fa...in gondoeta,
in gondoeta...in gondoeta,
te darò un basin!!!

20081110

cazzimperio


Lu Cazzimperio:

Le coste imbiancate del sedano nero di Trevi, lavate ed asciugate, s'intingono in una salsetta ottenuta mescolando olio extravergine d'oliva (EVO) di Trevi, sale e, a piacere, pepe nero macinato fresco. Solitamente, la salsa è servita in una ciotolina di terracotta messa a disposizione dei singoli commensali.

Arapperizzicasse

Nun t'arepperizzicà che t'arettummoli.
Me lo diceva spesso mia nonna di Tivoli, vicino Roma. Una frase, o meglio un proverbio, che rispecchia parecchio l'animo a mio avviso pavido della gente che ha vissuto sempre all'ombra della grandezza di Roma.
Cosa vuol dire? "Non ti arrampicare che cadi", una versione ancora più timorosa del "non tirar troppo la corda altimenti si spezza".

Arrisicare

Arrisicare = rischiare, azzardare

20081109

biligot

Biligòt.

E' la castagna bollita (possibilmente senza vermetto).
Metaforicamente indica qualcuno dal carattere molle e cedevole, come la consistenza della castagna cotta troppo a lungo nell'acqua. Una persona fiacca, pigra e non troppo sveglia. Un pesce lesso, insomma.

Scrippelle 'mbuss

Le scrippelle sono delle comuni crepes salate; si dicono 'mbuss, che vuol dire inzuppate, perchè immerse nel brodo caldo rigorosamente di gallina. Vengono condite con parmigiano o meglio ancora con pecorino grattugiato sia sopra sia dentro le scrippelle.

PS: Sembra assurdo mangiarle, ma basta spezzarle con cucchiaio in tanti piccoli rotolini... una bontà davvero!

20081108

Bavetta

La bavetta ammena. Se poi provoca uno spiffero, allora si dice che tira la filippina (c'entra qualcosa con i monsoni?).

Approfondimenti di stagione, su questo post di un bravo blogger di Bari.

corni e violini


Tanto fa sónàgli un corno che un violino!

Lo si dice a proposito di chi non è in grado di apprezzare la finezza di certe sfumature, di chi non sa distinguere ciò che è prezioso da ciò che è mediocre o dozzinale, e, di conseguenza, non merita particolari attenzioni.

20081106

sitón


sitón, s.m. = libellula,
in frasi come el xe svelto come un siton = è veloce come il lampo, è rapidissimo.Secondo Prati 160 dal vicentino contadinesco sita = saetta, per la velocità con cui vola l’insetto

la bella di capriglia

...tutti la vòglino e nessuno la piglia...

Capriglia: frazione, collinare e altamente panoramica, di Pietrasanta.

20081105

mona

A) Organo genitale femminile.
B) Persona sciocca. Es: Che mona! " Che sciocco!" (vedi immagine).
C) Invito a togliersi di torno. Es: Va in mona! "Vai a quel paese!".

bombaso


Bombàso = Cotone, bambagia
Ti ze nato nel bombàso = aver grande abbondanza di ogni cosa

schola picola dei bombàseri

Sestier de S. Marco, Contrada S. Bortolomio

L'Arte radunava i bombàseri, cioè gli artigiani che vendevano filati


20081104

sancarli

Sancarlì.
Così chiamato perchè fiorisce attorno al giorno di san Carlo, il 4 novembre.

20081103

rovinassi

rovinàssi
[dal lat. ruina = caduta, rovina | ruere = precipitare]

1. calcinacci, macerie
2. rigaglie (vedi ricetta)

20081102

Tuppetturu

Tuppètturu

Staiu furriannu comu un tuppètturu

=
sto girando (ossessivamente) come una trottola


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20081101

astiare


Astiàre = stuzzicare , infastidire

No stame astiàre = non darmi fastidio...

 
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