intrampolare
"Devo sistemà quel groviglio di fili del computer. Anco iéri c'ho intrampolato!"
Il colpo d’occhio è quello di un enorme quaderno, con i muri di corso di Porta Ticinese a fare da pagine. Messaggi in stampatello lunghi un metro, scritti con gessetti colorati o pennarelli, che cambiano a seconda del negozio accanto al quale compaiono. «El podaria damm sta medesina senza ricetta?» (potrebbe darmi questa medicina senza ricetta?) si legge accanto alla farmacia, con tanto di indicazioni fonetiche per pronunciare come si deve il dialetto. «Ghe son minga oggiai per chi voeur no vedè» (Non ci sono occhiali per chi non vuole vedere) ammonisce un testo fitto fitto accanto a un’ottica. Un orafo di una bottega lungo la via, in polemica con i writer che imbrattano muri e vetrine, ha tappezzato il tratto che va da via Arena alle Colonne di messaggi grandi quanto un poster con modi di dire, citazioni o battute in milanese. Scritte che attirano i passanti che sorridono davanti a quei testi da decifrare.
Il lavoro dell’antiwriter del Ticinese è iniziato un mese fa. Prima ha piazzato due lavagne accanto al suo laboratorio. Poi si è armato di vernice bianca, ha ripulito i muri da grosse fette di graffiti e si è messo a riscriverci sopra. «Sono qui da 26 anni — racconta — e ora non c’è uno spazio senza la firma di un writer. Ma quelli sono messaggi che nessuno capisce. A questo punto, meglio usare i muri per
trasformare la strada nella via dell’ironia». Una settimana fa, però, è stato fermato dai vigili e denunciato per imbrattamento: nel verbale c’è scritto che il suo pennarello e il foglio con gli appunti da cui copiava le frasi sono stati sequestrati e si trovano all’ufficio corpi di reato. Ma i suoi messaggi continuano.
(Repubblica.it)