Caro Beppe,
una mia amica, venuta a stare nella mia città dalla Toscana, è stata colpita dalla scarsa socievolezza dei bergamaschi. "Voi vi fate un sacco di problemi per passare a trovare un amico, pensate "magari disturbo". Da noi non esiste!". Stessa impressione per una signora croata (che rimpiange il calore umano dei tedeschi!) e una americana (che ha passato sei mesi di solitudine pavese in seguito a un semestre sabbatico del marito). In effetti, l'introversione delle popolazioni montane e pedemontane (con l'eccezione dei milanesi) è inconfutabile. Il successo della Lega in queste regioni è dovuto al fatto che essa ha trasformato la loro predisposizione relazionale in una visione sociale e politica; ed ora, il diffondersi del leghismo a sud del Po rischia di propagare la scontrosità e la diffidenza prealpine un po' in tutta Italia. Ti pare che esageri? Niente affatto. Basta leggere il testo del ritornello di una nota canzone dialettale delle mie parti ("Noter de Berghem"): E che l'è la me ca che, e che comande me che, òi saì chi à e chi è che, so me 'l padrù. (Trad. lett. "E qui è casa mia, qui; e qui comando io, qui; voglio sapere chi va e chi viene, qui; sono io il padrone"). Come vedi, Bossi e Maroni non hanno dovuto inventare nulla. Però è un peccato che la tendenza a chiudersi in sè stessi, tipica di una popolazione che invecchia e che ha paura, venga ad appannare la simpatia e la disponibilità che sono sempre state, almeno nell'immaginario internazionale, prerogative degli italiani... tu cosa ne pensi?
Silvia Bianchi
Non sono d'accordo: i bergamaschi sono affabili e generosi come tutti i lombardi, e hanno un accento migliore. Bisogna saperli prendere, certo, perché possono essere un po' spigolosi. Lo ammetto, tuttavia: Bergamo è la sorella grande di Crema (caratterialmente, culturalmente, storicamente, economicamente), e io rischio d'essere un po' parziale...
(Italians di Beppe Severgnini, Corriere della Sera)
Nóter de Bèrghem
Nóter de Bèrghem, de Bèrghem de sura Noi di Bergamo, di Bergamo di sopra
alla forchetta ghe dis ol pirù la forchetta la chiamiamo "'l pirù"
E che l'è la me cà che E qui c'è la mia casa, qui
e che comande mé che e qui comando io, qui
oi saì chi 'a e chi 'é che voglio sapere chi va e chi viene qui
so me 'l padrù sono io il padrone
Nóter de Bèrghem, de Bèrghem de sura Noi di Bergamo, di Bergamo di sopra
alla finestra ghe dis ol balcù la finestra la chiamiamo "ol balcù"
E che l'è la me cà che E qui c'è la mia casa, qui
e che comande mé che e qui comando io, qui
oi saì chi 'a e chi 'é che voglio sapere chi va e chi viene qui
so me 'l padrù sono io il padrone
Nóter de Bèrghem, de Bèrghem de sura Noi di Bergamo, di Bergamo di sopra
al materasso ghe dis ol stremàs il materasso lo chiamiamo "ol stremàs"
E che l'è la me cà che E qui c'è la mia casa, qui
e che comande mé che e qui comando io, qui
oi saì chi 'a e chi 'é che voglio sapere chi va e chi viene qui
so me 'l padrù sono io il padrone
Nóter de Bèrghem, de Bèrghem de sura Noi di Bergamo, di Bergamo di sopra
all'urinale ghe dis ol bocàl il vaso da notte lo chiamiamo "ol bocàl"
E che l'è la me cà che E qui c'è la mia casa, qui
e che comande mé che e qui comando io, qui
oi saì chi 'a e chi 'é che voglio sapere chi va e chi viene qui
so me 'l padrù sono io il padrone
E che l'è la me cà che E qui c'è la mia casa, qui
e che comande mé che e qui comando io, qui
oi saì chi 'a e chi 'é che voglio sapere chi va e chi viene qui
so me 'l padrù! sono io il padrone!
E voi, amici dialetticanti, cosa ne pensate di noi bergamaschi?