20090630

tiràche


openclipart.org

tiràche (s.f. pl.) | bretelle
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similia tag | straccali

20090629

amia e barba

Àmia e Barba = Zia e Zio

barbón

barbón (s.m.) | triglia di scoglio

20090628

lente bela zente

vanessa

Lente bela zente

Esprime la convinzione che le lentiggini siano un attributo della bellezza.

20090627

bagonghi

bagónghi (s.m. inv.) | nanerottolo, omiciattolo

20090626

brìcola

brìcolaIl termine indica i pali piantati sul fondo della laguna e usati sia per gli ormeggi sia per delimitare i canali navigabili.

20090625

usma

usmaùsma | fiuto
ma anche: sentore, sospetto
dal lat. volgare "osmare" = fiutare, braccare (da "urma" = orma...)
Andare a usma: andare a naso, a tentoni

20090624

La valic' de li sugn'

Siamo continuamente bombardati da ogni sorta di pubblicità e non è certo mia intenzione mettere il "carico" ma, trovo che questa volta valga la pena assistere al video pubblicitario sotto riportato.
Per l'Abruzzo in questi due mesi si è detto e fatto tanto, con iniziative lodevoli e qualche rara volta discutibili ma, come giusto che fosse, si è cercato soprattutto di aiutare economicamente le vittime del terremoto. Invece il canale televisivo LA7, lunedì 29 giugno, proporrà in prima serata uno speciale dedicato alla mia regione che credo e spero possa essere altrettanto di aiuto. Infatti verranno proposte le scene di decine di film italiani ed internazionali girate nelle località abruzzesi. Non porterà un euro alla "ricostruzione" ma farà conoscere a chi non ha mai visitato l'Abruzzo dei posti fantastici, una storia millenaria e delle tradizioni ancor oggi conservate e tramandate di generazione in generazione.
Buona visione.
PROMOp.s. Simone Annichiarico è il figlio di Walter Chiari... non fosse altro per il padre mi sta simpatico.

annacari

Lullaby di William-Adolphe BouguereauANNACARI Cullare, dondolare. E' il metodo universale per convincere i piccoli al sonno, ma è altrettanto universale convinzione che una donna che si "annaca" tutta nel camminare, pubblicamente proclama la sua scarsa serietà. Per un uomo il discorso si fa più complesso. "Io domandai un favore al sindaco e lui mi annacò per un anno senza concludere": mi illuse, mi cullò nella speranza, in definitiva mi prese in giro. Colui che dichiara di essere stato "annacato" (per una domanda di matrimomio, per la compera di un terreno o di una barca, per la riscossione di un credito), corre il rischio di autopatentarsi di stupidità o, nella migliore delle ipetesi, d'ingenuità. In ogni caso di "annacamento", la palma della vittoria spetta sempre a colui che ha saputo abbindolare l'altro. Nell'ufficio di un ministro siciliano, ho assitito alla scena di un postulante che perorava una sua causa davanti al ministro stesso e al suo segretario. Il ministro con molto calore promise di prendersi a cuore la questione. Accompagnato il postulante alla porta, il segretario (pure lui, manco a dirlo, siciliano) tornò indietro.
"Che dobbiamo fare?" domandò. "Ci occupiamo subito della cosa o annachiamo il bammineddru?".
"Annachiamolo tanticchia, un poco" decise il ministro.
Ora è da notare che "bammineddru", bambinello, dalle nostre parti si dice solo di Gesù Bambino e non di un bambino qualsiasi, perchè allora verrebbe chiamato "picciliddru", "carusu", "addrevu". Quel "bamminereddru" stava a significare il rito sacrale della raccomandazione politica, dai tempi lunghissimi se non corroborato da forti indulgenze quali lo scambio di favori o l'offerta di un considerevole numero di voti.
Andrea Camilleri - Il gioco della mosca - Sellerio

20090623

stiva

stiva

stiva | catasta, quantità
[dal lat. "stipare"]

20090622

cheba

chèba

chèba = gabbia (contenitore per animali)


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similia tag | caponàra

20090621

pitantàna

I don't like mondays

pitantàna
fiacchezza, poca voglia di lavorare
[onomatopeico riferibile a "pita"]


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similia tag | pappagn(e)

20090620

a pracchetta

"Comme bello a pracchetta a stu camello..."

Un versiliese potrebbe reinterpretare così Carvan Petrol di Renato Carosone!

A pracchetta (pronunciato appracchetta) significa a cavalcioni.

Puoi stare a pracchetta di un cavallo ( oppure a pracchetta a un cavallo), come a pracchetta di una bicicletta (ma anche a pracchetta alla bicicletta), a pracchetta di uno sgabello (a pracchetta a uno sgabello), e così via.

Deriva dal verbo spraccare, esistente anche nella forma riflessiva spraccarsi.

"La bodda (= rospo) sta spraccata al sole" (con le zampe divaricate).

Anche Heather Parisi, ai tempi di Fantastico, si spraccava parecchio! (nel senso di fare la spaccata).

sprota

signorina Silvanispròta = saputella, saccente, presuntuosa,
persona che vuol saperne di ogni cosa
ma anche civettuola

sèssola

gottazza

sèssolasèsola
[detta anche sèssa o sàssola]

20090619

Sbrufì

Sbrufì

20090616

téga

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téga (s.f.) | baccello dei piselli [doppio senso incluso]

20090615

susta

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susta (s.f.) | molla

20090614

baicolo

baicolibaìcolo = cefalo (pesce) giovane
biscotto carratteristico di Venezia, la cui forma ricorda appunto il cefalo giovane.

Giuseppe Boerio, nel suo “Dizionario del dialetto veneziano” pubblicato nel 1856, così li descrive: “Pastareale condita di zucchero, spugnosa, biscottata e tagliata in fettucce sottilissime, che s’inzuppa nel caffè o simili bevande. Dicesi baicolo per similitudine, benché grossolana, alla figura dei piccolissimi cefali, chiamati appunto Baicoli”.

Famosa e storica la scatola di latta con il disegno del cavaliere che offre alla sua dama i baicoli e con questa scritta:

No gh’è a sto mondo, no, più bel biscotto,
più fin, più dolse, più liziero e san
per mogiar nela cìcara o nel goto,
del Baicolo nostro Veneziàn

Non c'è al mondo, no, più bel biscotto,
più fine, più dolce, più leggero e sano
per intingere nella tazza o nel bicchiere,
del Baicolo nostro veneziano.

scatola di latta

20090612

strafanto


Strafànto - persona fuori dal comune, vestita inusitatamente; mostriciattolo; riferito anche a inutile suppellettile...

Da stra (accrescitivo) e fanto ("fantoccio" o "bambino").
Casa piena de strafànti: casa piena di oggetti inutili.
Turato e Durante, Dizionario etimologico veneto italiano, La Galiverna, 1995

20090611

I funerali di Berlinguer


Enrico Berlinguer
(Sassari, 25 maggio 1922 – Padova, 11 giugno 1984)

Un popolo intero trattiene il respiro e fissa la bara,
sotto al palco e alla fotografia.
La città sembra un mare di rosse bandiere
e di fiori e di lacrime e di addii.

Eravamo all'Osteriola, una sera come tante,
a parlare come sempre di politica e di sport,
è arrivato Ghigo Forni, sbianchè come un linsol, (bianco come un lenzuolo)
an s'capiva 'na parola du bestemi e tri sfundon. (non si capiva una parola, 2 bestemmie e 3 "sfondoni" - frase che non si regge come logica o metrica)

"Hanno detto per la radio che c'è stata una disgrazia,
a Padova è stato male il segretario del PCI"
Luciano va al telefono parla in fretta e mette giù
"Ragazzi, sta morendo il compagno Berlinguer".

Pipein l'è andè in canteina (Peppino è andato in cantina)
a tor des butiglioun, (a prendere 10 bottiglioni - ndr: di vino)
a i'am fat fora in tri quert d'ora, (li abbiamo "fatti fuori" in 3 quarti d'ora)
l'era al vein ed l'ocasioun (era il vino delle occasioni)
a m'arcord brisa s'le suces (Non ricordo che è successo)
d'un trat as'sam catee (ad un tratto ci siamo trovati)
in sema al treno c'as purteva (sopra il treno che portava )
ai funerel ed Berlinguer. (ai funerali di Berlinguer)

A Modena in stazione c'era il treno del partito,
ci ha raccolti tutti quanti, le bandiere e gli striscioni
a Bologna han cominciato a tirare fuori il vino
e a leggersi a vicenda i titoli dell'Unità.

C'era Gianni lo spazzino con le carte da ramino,
ripuliva tutti quanti da Bulagna a Sas Marcoun
(da Bologna a Sasso Marconi),
ma a Firenze a selta fora Vitori "al professor"
(arriva Vittorio il professore),
do partidi quattro a zero dopo Gianni l'è stè boun
(2 partite 4 a 0, dopo Gianni è stato buono).

I vecc i an tachee (I vecchi hanno iniziato)
a recurder i teimp andee, (a ricordare i tempi andati)
i de d'la resisteinza (i giorni della resistenza)
quand'i eren partigian (quando erano partigiani)
a'n so brisa s'le cuntee (Non so dire se è contato)
ma a la fine a s'am catee (ma alla fine ci siamo trovati)
in sema al treno c'as purteva (sopra al treno che portava)
ai funerel ed Berlinguer. (al funerale di Berlinguer)

Gli amici e i compagni lo piangono, i nemici gli rendono onore,
Pertini siede impietrito e qualcosa è morto anche in lui.
Pajetta ricorda con rabbia e parla con voce di tuono
ma non può riportarlo tra noi.

Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
ci fermiamo in piazza esedra per il solito caffè
parte Gianni il segretario e nueter tot adree
(e noi tutti dietro)
per andare a salutare il compagno Berlinguer.

Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
non c'era tanta voglia di parlare tra di noi,
po' n'idiota da 'na ca la tachè a sghignazer,
(poi un idiota da una casa ha iniziato a ridere)
a g'lom cadeva a tgnir ferem Gigi se no a'l finiva mel (siamo riusciti a tener fermo Gianni se no finiva male).

A sam seimpre ste de dre
(Siamo sempre stati dietro)
e quand'a sam rivee (e quando siamo arrivati)
la piaza l'era pina (la piazza era piena)
"ma quant comunesta a ghè" ("ma quanti comunisti ci sono")
a'n g'lom cadeva a veder un caz (non siamo riusciti a vedere un... niente)
ma anc nueter as' sam catee (ma anche noi ci siamo trovati)
in sema al treno c'as purteva (sopra il treno che portava)
ai funerel ed Berlinguer (ai funerali di Berlinguer)

Pipein l'è andè in canteina
a tor des butiglioun,
a i'am fat fora in tri quert d'ora,
l'era al vein ed l'ocasioun
a m'arcord brisa s'le suces
d'un trat as'sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.


MCR
Il video qui.

20090610

ciucia mentine

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persona gracile e malaticcia,
che fa uso frequente di medicinali
(ciùcia mentine, come dire: succhia pastiglie)

20090609

Spatiner


Traslocare.

"Fet un spatein?" (= fai un trasloco?)
Da domandare obbligatoriamente quando si vede qualcuno che magari parte per le vacanze o solo per un we portandosi dietro... la casa.

Zgregnapola

Zgrégnapóla = pipistrello

Per assonanza con il verbo grégnà (ridere), indica anche un attacco di risa incontrollabile e un po' isterico.

20090608

liston

antico liston di Campo S.Stefano

listón = luogo pubblico dove passeggiare alla sera con amici e conoscenti
e quindi fare el listón = andare a passeggiare di sera

Molte città del Veneto hanno il listón, di solito una piazza; uno dei più antichi luoghi di questi "passeggi" era quello di Campo Santo Stefano, a Venezia, già molto frequentato fin dal XVI secolo. In quel tempo il campo era erboso, salvo una striscia, una "lista", che era selciata e dove si poteva camminare comodamente avanti e indietro, chiaccherando e facendosi notare. Si svolgeva principalmente nei giorni di festa e soprattutto a Carnevale.
Per godersi il listón o per riposarsi dopo tanto camminare, venivano disposte delle sedie lungo il camminamento.
Col passare del tempo il listón si spostò in Piazza San Marco dove durante l'estate le sedie venivano affittate per cinque soldi l'una.
L'usanza di "fare el listón" è durata nei secoli e ancora fino al 1960-70 si poteva assistere in Piazza San Marco a un andirivini di giovani che dalla Torre dell'Orologio passeggiavano fino alle Colonne di Marco e Todaro e viceversa.

Il
listón in Piazza San Marco è sparito con l'arrivo dei turisti.

20090607

morosa

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morósa, moróso | fidanzata, fidanzato
dal tardo latino amorosus (= che prova amore)
morosàre, smorosàre = amoreggiare

20090606

récio

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récio (s.m.) | racimolo, grappolo d'uva

20090603

càneva

càneva (s.f.) | cantina
dal basso latino canaba (baracca, cantina)

20090602

anguela

anguèla (s.f.) | latterino, crognolo, anguella

 
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