20090228
20090227
Arrustell' ...
via | veronica...o anche " spitucci' ". Un abruzzese non può vivere senza!!! In italiano si chiamano arrosticini: è carne di pecora fatta a piccoli pezzi e infilata negli spiedini (il nome "spituccio" si riferisce proprio al bastoncino); alcuni tagliano la carne a tocchetti piccoli 1 cm circa servendosi di un cubo apposito (qui sotto).
Si mettono strati di carne e grasso poi si taglia inserendo il coltello nelle apposite fessure, ovviamente dopo aver tolto il coperchio che serve come guida per inserire gli spiedini.
Altri invece preferiscono tagliare la carne a tocchetti più grandi e infilarli uno ad uno nei bastoncini.
Per cuocerli è necessario uno strumento apposito dove si mette la brace, eccolo qua:
Bene! Adesso manca l'ingrediente principale, oltre al buon vino del nonno...
...l'allegra compagnia che si pappa tutto!!!
La storia degli arrosticini è incerta...pare che i pastori (che costituivano una buona parte della popolazione) durante la transumanza arrostissero la carne di pecora infilata negli spiedini...insomma: pecora più fuoco uguale arrosticini!
Le prime 2 immagini le ho prese da contesti non ben identificati quindi non ho inserito la provenienza. L'ultima invece è semplicemente la foto dei miei amici al mio compleanno!!!
20090224
buséta
via | em
La S è sonora, come nell'it. rosa
Termine usato anche in locuzioni tipo buséta e botón (... culo e camicia)
20090220
20090218
20090217
Festival del dialetto/1
via | RossFestival del dialetto, da Milano a Napoli
Ci saranno Ferruccio Soleri e Carlo Mazzarella, ma anche Toni Servillo, Marco Paolini, Van De Sfroos
MILANO - La Regione Lombardia dedica, insieme al Piccolo Teatro di Milano, un festival al dialetto. Di tutte le regioni italiane, s'intende: fra i protagonisti figura per esempio l'attore napoletano Toni Servillo, che il 9 marzo terrà un recital su brani essenzialmente partenopei alla Basilica di San Marco. In tutto saranno 22 gli avvenimenti previsti nei cinque giorni di «Volgar'Eloquio», dal 5 al 9 marzo: oltre al recital di Servillo, ci sarà il 7 marzo quello di Franco Branciaroli dedicato al dialetto lombardo (sempre a San Marco) e il 9 quello di Marco Paolini che porterà al Teatro Dal Verme brani dell'area veneto-friulana.
Al teatro Strehler sabato 7 marzo sarà la volta della poesia dialettale con autori del calibro di Tonino Guerra, Franco Loi e Achille Serrao. E poi Antonella Ruggiero il 9 marzo celebrerà, anche se in ritardo di un giorno, la festa della donna con un concerto riservato alle detenute di San Vittore, con canzoni tradizionali. Di musica dialettale parleranno in una lezione spettacolo all'Università Cattolica lunedì 9 Davide Van De Sfroos, Patrizia Laquidara, Taranta Power e Teka P «per spiegare - ha detto uno degli ideatori del Festival, Franco Brevini, che insegna Letteratura italiana all'Università di Bergamo ed è uno dei maggiori studiosi di letteratura dialettale nel nostro Paese - come mai hanno preferito sostituire "I love you" nelle canzoni» con frasi tipo "te voj ben"». Alla sera poi tutti i protagonisti saranno in concerto al Teatro Dal Verme. Ed è questo (biglietto a cinque euro) l'unico appuntamento a pagamento dell'intera rassegna.
Ci saranno appuntamenti per i bambini sulla commedia dell'arte, una lezione-spettacolo di Ferruccio Soleri, che ha reso l'Arlecchino del Piccolo famoso in tutto il mondo, un excursus sugli scrittori della linea lombarda da Carlo Porta ad Alessandro Manzoni, passando per Giuseppe Parini e Delio Tessa. La Regione Lombardia ha finanziato con oltre 400 mila euro il festiva, che diventerà un appuntamento annuale stabile. «Spesso parliamo di specie animali in via d'estinzione, ma si tace sulla scomparsa delle identità culturali che invece ci sono e vanno valorizzate per garantire la vivacità di pensiero», dice Massimo Zanello, assessore alla Cultura della Regione. «Lo ha detto anche una direttiva dell'Unesco dedicata alla difesa dei beni immateriali, come appunto tradizioni e dialetti, che è diventata una legge regionale. «Niente derive protezionistiche», sottolinea il direttore del Piccolo teatro Sergio Escobar. «L'identità - spiega - è lo strumento migliore per leggere il futuro, per aprirsi agli altri svincolandosi dalle chiusure».
(da Corriere Milano, 13 febbraio 2009)
20090216
bagigi
via | gazdall'arabo habb-agiz (mandorle buone)
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similia tag | pinozze
20090215
Ti sei cotto un ovo!
via | Daniele PasseriniEs. Anna dice all'amica: "Ha insistito, insistito... alla fine glielo dato il mio numero"; e l'amica: "A quello! Ma sei scema! Lo sanno tutte che è un molestatore telefonico: ti sei proprio cotta un ovo!"
bodda cocciana
via | Sarinaaverla in culo come Geppo
via | Sarina
Ossia: è rimasto proprio fregato in malo modo o comunque molto deluso.
Si dice anche in relazione a un proposito o un progetto che difficilmente sarà realizzabile: "Che dici, ce la farò a prendere il treno?" "Ehì, ormai ce l'hai nel culo come Geppo!"
Spesso si usa, anche se non è carino, per qualcuno sulle cui aspettative di vita sono assai brevi..
Chi fosse il povero Geppo non lo saprei dire...
sdegnato come una poggiaiola
via | Sarina20090213
20090212
20090211
semina
via | SarinaDicesi semìna (mi raccomando con l'accento tonico sulla 'i'..)il seme di zucca essiccato e salato che si trova in genere ai banchetti delle fiere.
In Versilia si usa anche in un altro modo, ossia per indicare lo 'sbatterci la testa', generalmente in senso amoroso..."ho preso una semìna per lu lì..." vuol perciò dire che si è persa la testa per un qualche ragazzo, e probabilmente ci sbatteremo il naso.."..c'ho preso una semìna CON lu lì.." che ci abbiamo -ahimè- già preso una bella mazzata.
Inoltre, lo diciamo anche per indicare un gran bel volo in terra o urto contro qualcosa!
Quindi se urto violentemente contro uno spigolo perchè sono distratta "mamma mia che semìna nel muro!"...insomma: in Versilia le semìne vanno alla grande!
sapapian e spenziguaivo
via | gaz20090210
tira di lungo
via | cristina20090208
20090207
20090206
ciao
via | emArsenale - a sua volta dall'arabo dar as-sina'ah (= "casa d'industria"), "il luogo della costruzione";
Baita;
Ballottaggio - dal veneto bałota, la quale era una piccola pallina utilizzata per le elezioni durante la Repubblica di Venezia;
Bora;
Cantiere - italianizzazione di cantièr, la struttura di partenza per costruire una barca o una nave;
Ciao - dal veneto s-ciavo (schiavo), si intende "sono schiavo tuo", "sono al tuo servizio", anche se, molto più probabile, il saluto in lingua veneta deriverebbe dal croato Slava cioè "Gloria" molto usato in Slava Ocu cioè "Gloria al Padre";
Darsena - vedi sopra "arsenale";
Ditta - dal veneto dita, con cui nei contratti commerciali si indicavano le compagnie commerciali già nominate in precedenza (come dire "la sopradetta", "la suddetta" etc.);
Gazzetta - era la moneta della Repubblica di Venezia;
Ghetto - dal verbo getàr (fondere), poiché il primo ghetto ebraico fu istituito a Venezia vicino a una fonderia;
Giocattolo - italianizzazione di zugàtolo: la vecchia parola italiana era "balocco";
Gondola;
Imbroglio - italianizzazione di brojo, deformazione di Broło cioè "orto". Dietro al Palazzo Ducale c'era un orto dove andavano i senatori veneziani per mettersi d'accordo prima delle votazioni: "lori i (in)Brojava" = "loro si mettevano d'accordo prima di votare";
Laguna;
Lazzaretto;
Lido;
Montenegro - l'attuale Repubblica del Montenegro venne così chiamata dai veneziani e anche in montenegrino mantiene il significato originale di montagna nera (Crna Gora). Secondo altri tuttavia il nome Montenegro deriva dalla famiglia imperiale bizantina dei Comneno: esso fu cambiato, nel Medioevo, dal greco nello slavo Cernetic, la cui radice "cern" (in antico slavo "nero") ha dato il nome alla nazione del Montenegro, dal capostipite Stefan Cernoe, Stefano il Nero. Prima dei Cernetic, la nazione balcanica si chiamava Regno di Zeta;
Pantalone;
Regata.
sumansa
via | gaz20090205
stampita
via | Sarinaaggravato
via | cristina"Sono aggravata", ossia "Ho mangiato troppo, sono appesantita, non ho digerito".
Subito dopo, mi sono messa a ridere!
20090204
bea caeandra bruto mese
via | CaigoSe il primo giorno del mese il tempo è sereno si prospetta un mese instabile. Il detto vale ovviamente anche al contrario: Primo giorno cattivo = mese sereno (Bruta caeandra bel mese).
Non mi è stato possibile "decifrare" la corretta etimologia di "caeandra" applicata a questo detto.
E' possibile che in origine non ci si riferisse al primo giorno del mese reale ma bensì al "calare" della luna (...?). Se qualcuno ne sa di più batta un colpo. :-)
20090203
20090202
sei sordo Manolo
via | SarinaModo di dire che ho sentito solo in Versilia o a Viareggio.
Si dice a colui che finge di non capire, come alternativa ai ben più inflazionati "non fare l'indiano" o "non fare lo gnorri".
stornellare
via | SarinaLa mia idea è che sia stato mutuato ed adattato allo scopo il termine "stornella", che nella vicina Emilia indica una canzoncina popolare.
Come dire: hai provato a cantarmela, ma io questa canzone la conosco già!
dove vai son cipolle
via | Sarinacandelora
via | gazDa la Madòna Candeòra de l'inverno semo fòra; ma se ghe xè piova e vento, de l’inverno semo drénto.
Il 2 febbraio (festa della Madonna della Candelora) siamo fuori dall’inverno, ma se nevica o c’è vento, dell’inverno siamo dentro (siamo ancora in inverno); ossia se il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno durerà un altro mese almeno.
La tradizione associa il fiore di bucaneve alla Candelora, perchè è il primo fiore che spunta dopo il freddo inverno.
vedi anche: proverbio della candelora