20081031

granata

granàta

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gogia


Gògia

i ga iga i gai

i ga igà i gài"Hanno legato i galli"...
(Si legge tutto d'un fiato ponendo gli accenti sulle A)

20081030

seleghetta

~ seleghetta ~
passero domestico - passer domesticus

cazzo e cordone

Te voresti cazzo e cordone, ma cazzo e cordone ce l'hanno 'ffrati!

Insomma: tutto un si pó ave'...

20081028

Mamma Roma - Remo Remotti

E' un fiume di termini romaneschi e di grandi verità... buona visione.

20081027

elle evanescente

l
[ j ], [ l, e ]
semiconsonante dorsopalatale rilassata

Si tratta di un suono tipico di alcune parlate venete, che sembra in espansione, chiamato di solito elle evanescente.
Si realizza in due posizioni:
- a inizio di parola, seguito da vocale non palatale (a, o, u): late (latte); longo (lungo); luna (luna)
- tra vocali non palatali: gola (gola); gondola (gondola); paròla (parola); svolàr[e] (volare)

Questo segno, che rappresenta un suono senza equivalente italiano (e tecnicamente definito da Giulio C. Lepschy "un'articolazione in cui l'aria passa attraverso un avvallamento nella parte centrale del dorso della lingua, sollevato verso la volta palatina, mentre i due lati del dorso della lingua sono a contatto con i lati della corona dei denti superiori"), è stato scelto per la sua relativa semplicità nei confronti di altri fin qui (1995 n.d.r.) adottati o proposti:
[ ł ] occupato nell'alfabeto polacco, con valore completamente diverso;
[ 'l ] col ricorso ad un segno grafico, l'apostrofo, che di solito denota un'elisione, che nel presente caso non c'è;
[ l ] già impiegato per un suono diverso;
[ j ] usato anche in alcune trascrizioni scientifiche (per esempio nell'atlante italo-svizzero nella forma y) per la somiglianza con la semiconsonante anteriore, alla quale si avvicina, ma con la quale non si identifica;
[ e ] semivocalico, che ha pure il pregio di essere molto vicino alla pronuncia reale, tanto da essere adottato, spesso nella forma semplificata e (scoea, "scuola"), in scritti divulgativi e correnti;
[ ' ] semplice apostrofo, che qui non indica caduta completa di un suono,
... senza contare la trascuratezza di segnalare in qualche modo questa l peculiare, restando fedeli alla diversa l laterale originaria e lasciando ai lettori il compito di realizzarla foneticamente secondo la singola varietà linguistica. Questa soluzione ha impedito di seguirne l'avanzata cronologica, tanto da indurre lo studioso G. Rohlfs a dichiarare che "poiché i testi di epoca antica non conoscono questo fenomeno (e nemmeno lo stesso Goldoni), deve trattarsi di cosa molto recente", contrariamente a quanto pensano altri ricercatori, che attribuiscono invece al fenomeno una certa antichità.

Di segno contrario è la posizione dell'Anonimo da Piove che distingue anche graficamente due specie di elle evanescente: una l di valore semiconsonantico e una ł molto più debole, semivocalica, che "scivola in un suono appena apprezzabile e che addirittura può sembrare soppresso": le due elle evanescente possono alternarsi anche nello stesso parlante a seconda della rapidità di pronuncia. In questa selva di pareri, sembra dover prevalere l'opportunità di non abbandonare, pur operando una distinzione grafica, il legame che lega la l alla l, da cui proviene, che è tuttora nettamente pronunciata nelle varietà periferiche della regione, e insistendo sul fatto che non va in nessun modo segnalata quando è completamente (o quasi) caduta nella pronuncia, perché assorbita da una o due contigue vocali palatali (e, i).

Si trascriverà quindi: agnèo, "agnello"; cae, "calle"; cassèa, "cassetta"; còtoe, "sottane" (ma còtola, "sottana"); fio, "filo"; spae, "spalle" (ma spala, "spalla").


upd
Il tag html per la elle evanescente è: <strike>L</strike>

La not dal squassaden

Riferendosi a una persona non molto sveglia di mente, si usa dire che è nato "la notte degli squassadini" (la nòt dal squassadén).
Gli "squassadini" sarebbero delle brevi e violente pioggie. L'unica spiegazione che si può dare all'origine del detto è che, secondo tradizione, i bambini nascono sotto i cavoli: perciò una notte di "squassadini", oltre a rovinare i raccolti, arreca danni anche ai neonati, i quali nascono "difettati".
"A'n son mea né la nòt dal squassadén!"
(Non son mica scemo!)

20081026

Appocundria

Appocundria da: Nero a metà - Testo di Pino Daniele

Appocundria me scoppia
ogne minuto 'mpietto
peccè passanno forte
haje sconcecato 'o lietto
appocundria 'e chi è sazio
e dice ca è diuno
appocundria 'e nisciuno
…Appocundria 'e nisciuno.

deo meneo e manina bea

Deo meneo
so fradeo
el più longo
cura oci
peta peoci.

Prendendo la mano al bambino si indicano le dita incominciando dal mignolo per arrivare al pollice, si intona una semplice cantilena e si dà all'ultima strofa una intonazione di sorpresa.



Manina bea,
fata a penea,
dove ti ze stà?

daea nona,

cossa ti gà magnà?

pan e late...
gate gate gate

Intonando la cantilena lentamente si accarezza il palmo della mano del bambino, all'ultima strofa, cambiando velocemente il ritmo, si fà il solletico ....

(il bimbo, finchè è piccolino, di solito, si diverte)

dalmine

La dalmine è uno zoccolo ricavato da un unico pezzo di legno, usato nei tempi passati dai contadini del Friuli.

fideli

Fidelì (slurp!)

20081025

piron

el pirón

20081024

figura porca

figura porca - mascalzone, canaglia, figli'e 'ndrocchia

Usato in senso stretto...

Mr. Blue

... o in termini bonario-assolutori...
Bart Simpson © Matt Groening

O frigideiro

A due anni dalla scomparsa di Bruno Lauzi,
qui su dialetticon lo ricordiamo così:

Discover Bruno Lauzi!


O frigideiro - 1962

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
cöse aspëti quest'inverno se o ghe vêu d'estæ?
Ti metti in fresco un pö de bira pe'i amixi,
quande vegnan a trovâte stanchi morti e suæ
E no ti pensi a-a roba che t'æ da parte,
butiro, oêve, faxêu lumè.
Se te va a mâ e ti dovië cacciala via,
quande torna da-a campagna ti m'ou dixi un pö
ma cöse l'è che ti ghe conti a têu moggê!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
te fa o giasso pe' e granite pe' levate a sæ,
perchè t'inscisti a tegnî in fresco in to-o troggetto
e bottigge con a menta e l'ægua de Vichy?
Ghe n'è de tûtti i prexi, nêuvi e vëgi,
son grandi grosci e piccinin.
I vendan finn-a dopo a fêa,
in sci banchetti a Sant'Agâ
Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
mi ciû fito che stâ sensa n'accattieva un pà!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è ma quande l'è?

--

(traduzione parziale trovata qui)

Ma quando ti comprerai un frigorifero?
Cosa aspetti… l'inverno?
Guarda che ti serve d'estate.
Perché insisti a tenere in fresco
le bottiglie con la menta e l'acqua Vichy
nel lavandino?
Ma quand'è che ti compri
un frigorifero?
Io piuttosto che stare senza
me ne comprerei due.

20081023

schei



ma quanti schei gheto?!

Mashtria

Innanzi tutto un appunto sulla lettura del termine: il suono "sh" è importantissimo e caratterizza la pronuncia abruzzese.

Mashtrià è intraducibile in italiano con un unico verbo: racchiude l'azione del fare e dell'inventare e indica quindi un'operazione mentale oltre che manuale. Possiamo tradurlo quindi con avere mani e mente impegnate.


La foto ritrae l'esecuzione del tombolo, un ricamo molto particolare tipico dell'Abruzzo: più che un ricamo si tratta di annodare e intrecciare. I fili vengono mossi, con l'aiuto dei rocchetti, intorno agli aghi che vengono fissati sul cuscino che serve da supporto. Ecco un possibile risultato:

Sicuramente una donna che fa il tombolo sta "mashtriando"!

Mia madre lo usa sempre quando parla di me: "Veronica shta simbr a mashtrià!" = "Veronica sta sempre impegnata a fare e inventare qualcosa"

20081022

sumeansa

Sümeànsa


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| arsumìjo

cazz

Sacc' sti cazz' | Non Saprei
Chi cazz' se ne fotte | Chi se ne importa
Mo so' cazz' | Adesso la circostanza si fa drammatica
Capa ro cazz' | Accidenti!
Cazz' e cucchiara | Culo e Camicia
Cazz', cucuzziell e ov' | Oggi abbiamo poco da mangiare
E ch' cazz'! | Mi fai cadere le braccia
Teng' tant e chilli cazz' pa' cap | Ho tanti pensieri per la testa
Nun sit stat cazz' | Non siete stati capaci di assolvere al vostro compito
Grazie o' cazz' | Ti ringrazio per ciò che mi dici ma sono argomenti che conoscevo già da tempo
Si arrivat cazz' cazz' | Sei arrivato di soppiatto, senza che alcuno se ne accorgesse, anche con un'invadente superbia
Ma chi cazz' si? | Ma chi è costui che si presenta me dinanzi con tanta spavalderia
Ma ch' cazz' vuo'? | Cerchi forse qualcosa che io non posso darti?
Fatt' e cazz' tuoje! | Non dovresti interessarti della vita privata degli altri
Ma ch' cacacazz' ca si | Sei una persona alquanto assillante

pervenuta via mail

20081021

Un alto e un basso fà un guaivo

"Un alto e un basso fanno una via di mezzo"

Ovvero la versione veneta della statistica del pollo... se tu mangi un pollo e io no abbiamo mangiato mezzo pollo ciascuno!

taborchio

Lù lì è un tabòrchio più largo che lungo... Fai prima a saltàllo che a giràgli 'ntorno!

Giro turistico dei mille dialetti di Puglia


Esilarante Pino Campagna in Zelig del 20.10.2008

E se volete fare il Giro d'Italia…


Enrico Brignano: I dialetti



Fiorello: I dialetti

20081020

penola

La penola...
La penola...

Corso di bergamasco

A partire da giovedì 23 ottobre, alle 18.15, al Centro socio-culturale di Celadina in via Pizzo dei Tre Signori 2, in città, ricomincia il corso di dialetto bergamasco a cura di Gianni Pisoni, docente del Ducato di Piazza Pontida. (informazioni)

checa

Uccello della famiglia dei corvidi dal piumaggio bianco e nero (Gaz...za).

pressa

Prèssa = fretta
Sò de prèssa = sono di fretta, di corsa (non proprio quella del ghepardo, però)

Sulfanein

sulfanein

20081019

Lo sciamano

Lo sciamano da: Pica! - Testo di Davide Van de Sfroos

[...] E quaand che poe vedareet un fantasma
de foeja de urtiiga de ruggin e melma
Impara el suspiir trala riva e la prona
Impara el disegn ne la ruga del sass
Troeva la pioema che ha perdü la pujana
perchè gh'è deent el saangh del tramunt
El suu lassa in giir i penej che se incendia
Ma cun questa pioema tii podet smurzà

lettere

Lettera al Ministro Brunetta, in dialetto veneto: magari se capimo mejo, se non altro xe quelo che spero!.


Caro Ministro Brunetta,
a ghe scrivo in dialeto, go capìo che probabilmente l’italian lu lo capisse pochetto, alora provemo con la lingua locale, magari se capimo mejo, se non altro xe quelo che spero.
Son rabià morta con lù par tutte le cretinade che el va contando da Vespa a proposito dei sottoscritori de bond argentini.
Se la television ga da informare alora disemo le robe come che le sta, disì la verità e non le prime monade che ve vien in mente tanto par imbrojare ’na volta de più chei pori italiani che traté come ’na massa de insulsi. [...] continua a leggere

sau

Saù

20081018

cao

cao (s.m.) - capo, estremità
Da "caput" (lat.) = capo.

al cao de là: dall'altra parte
cao de la vigna: tralcio
caorìo: tuffo
tirare dal so cao: tirare l'acqua al proprio mulino
fare caoleva (o caolieva): ribaltarsi, capovolgersi
dormire caocul: dormire in due nello stesso letto, uno dalla testa e uno dai piedi

20081017

El Spumante

El vin co ea spiuma in bossa sofegà,
no’l vede l’ora che i ghe verza el buso,
el spenze co tuta a forza che iù gà,
spetando che i o assa vegnir sù.

El stropagio el schiopa come un fogo,
co un schioco che fa tremar ea tera,
e sghianzando de spiuma in ogni logo,
iù vien fora scampando da galera.

I goti và de pressa soto al coeo
per impenirse de sto nutrimento,
co i xe vodi, i torna tuti al volo,
ea bossa resta voda in un momento.

Resentada, in caneva direta,
e la speta d’esser rimessa in uso,
co’l vin novo che in damigiana speta,
e co n’altro stropagio dentro al buso.

Elio Ferrari

garusolo

wikiGarùsolo mas-cio, Bulo mas-cio (Veneto) | Garùsa (Venezia Giulia) | Cornetti (Liguria) | Mommolo (Abruzzo) | Ragusa (Marche) | Sconciglio (Campania) | Cocciolo (Puglia) | Boccone di mare (Sardegna)

preview

spacaszoc

Gara di taglio della legna fra le squadre dei 5 Comuni del Montello che competono con la forza d'attacco di un "segon" a furia di schianti di "manera". Durante la giornata: mercatino di arti e mestieri (a partire dalle ore 10.00), sbandieratori, musici, corteo storico.

a VOLPAGO DEL MONTELLO
in zona Selva del Montello
il 19/10/2008
Ore 15.00
Ingresso libero

Sughi


Chiamasi "sughi" una specialità propriamente modenese ottenuta cuocendo il mosto d'uva fresco, schiumato e aggiungendo farina bianca.
Io li adoro!

20081016

bulo

BULO!figo | cool | ganzo

Zanpigher

Zanpighèr, o talvolta 'sganbitler è un verbo che nel dialetto bolognese indica il comune zampettare di animali o bambini piccoli.
"Guerda c'sà fat tu figlioul, l'è zanpighè dapartòt!"

sofego

Parola tipica veneziana che sta ad indicare lo "scirocco", non propriamente il vento (che di suo è secco), ma quell'aria calda, umida e stagnante che d'estate (ma non solo, vista l'attuale situazione climatica) penetra nelle calli e ti fa appiccicare i vestiti addosso.

Frase classica: "Mariavergine che sofego che ghe xe ancuo!"

aa

aa

A ò a ae, e öe i ae ie!
Vado a (caccia di) api e voglio le api vive.

A ì a ae ie a ü? Aé, a ò a ae ie a me!
Andate a (caccia di) api vive anche voi (forma di cortesia)? Sì, vado a (caccia di) api vive anch'io!


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similia tag | ava

20081015

Bottoni

nero

Secondo omaggio alla citta di Trieste... il caffè.

antriga

wikiantríga

20081014

Jiri

Indicativo presente:

Eu vaju
Tu vai
Iju vaci
Nu' jamu
Vu' jiti
Iji vannu


Voce del verbo andare, in calabrese jiri con la "j" semiconsonantica che si pronuncia quindi a metà tra una "i" e un "gli".
Come particolarità di coniugazione, c'è da dire che il passato prossimo nel dialetto calabrese puro non esiste.

Indicativo, Passato remoto:

Eu jivi
Tu jisti
Iju jiu
Nu' jimmu
Vu' jistevu
Iji jinnu

stombicassi

Vale a dire: stomacarsi
A vvedegli mangia' lle limache mi fa stombica', mi venghin le dutte*...
*dutte: conàti

Darnigena


Darnigèna (s.f.), zucàn (s.m.) = damigiana

gua

el gua
Qua non si può mai star tranquilli... ed infatti eccomi con una nuova proposta di rubrica :
ARTI  & MESTIERI

che ne dite?


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| moléta

20081013

scafa

la scafa
è il broncio che si fa prima di piangere...
"no sta miga fare la scafa seto!"

strinata

Lé' lì sarebbe anco bellina, ma un no vedi com'è strinata?

mula

Dopo aver passato la domenica a Trieste per la Barcolana mi sembra doveroso citare un paio di "attrazioni" di questa città. Cominciamo dalla mula.

20081012

seciaro

el seciaro = il lavello


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magnadesmentega

è una persona che si dimentica facilmente le cose
"ma non ti ricordi?... alora te si on magnadesmentega!"
[ letteralmente: magna = mangia + desmentega = dimentica, colui che si dimentica ciò che ha appena mangiato ]

... finalmente, anche se non nella maniera voluta,
anch'io do il mio contributo nel "dialettare"!

bunigolo

... ehm no, non è il fiore!

La parola è originaria proprio di Venezia, tanto che la statua di Adamo ed Eva all'angolo di Palazzo Ducale tra il molo e la Piazzetta era chiamata proprio "el bunigolo del mondo".



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similia tag | umbreghel

nissiogo

nissiógoda nessuna parte | in nessun luogo
trascrizione corretta:
nisiògo
[con S sorda]


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| duelle

20081011

marianna gane

Qualcuno potrebbe spiegare ai Vanzina, ed anche a Spike Lee, che in Versilia non parliamo il fiorentino???

soasa

soàsa = cornice

scarpia


scarpía (s.f.) | ragnatela

maggio

" òra un ci fa' un maggio!" come dire: adesso non farla lunga...abbòzzala!
"per avegli ditto tanto così, c'ha fatto 'n maggio", ossia: per avergli fatto un appunto, ha imbastito una polemica senza fine...

L'uso del termine maggio in tali frasi idiomatiche, fa chiaramente riferimento al maggio (vedi qui) come spettacolo rustico del teatro primitivo, che si rappresentava all'aperto dal mese di maggio in poi in Versilia ed in altre località della lucchesia e del massese.

 
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