20100228

dituma

Top searches | feb. 28, 2010

baùco

baùco | stolto, stupido, sciocco, citrullo
[da cui: bucàre = indugiare, distrarsi, perdere tempo]

20100227

muso da do musi

muso da do musi

muso da do musi = doppia faccia

Indica una persona non sincera che dietro le spalle dice quello che di fronte a te non osa dire.

20100226

savata

savàta, savàte | ciabatta, ciabatte

[dal turco cabata, a sua volta dal persiano cabat (scarpa di rafia)]

20100225

e daghela ch'u l'era in preve

"e daghela ch'u l'era in preve"
(e insisti che era un prete)

modo di dire in risposta a chi insiste nel sostenere una affermazione sbagliata
(aho, ma c'hai la testa dura!)
o, per farla finita, a chi persevera in una richiesta che non potrà essere accolta

20100224

mègoeo

Mègoeo = stagione degli amori dei gatti. Quando i gatti "vanno a mègoeo" si riconoscono dal caratteristico miagolio. Schermaglie amorose e liti furibonde segnano gli incontri di questi animali.

sgarbare


sgarbare | segare l'erba e pulire le rive di canali e fossati
sgarbo (s.m.) | (termine generico per) diserbo

20100223

teghelet

teghelètte ghe l'èt!
letteralmente: "ce l'hai!"
[gioco di bambini a rincorrersi: chi è toccato deve toccare a sua volta qualcun altro e passargli la scomoda incombenza]

20100222

spusa

spusa o spussa
1. puzza; 2. alterigia (spuséti: persona altezzosa); 3. sospetto



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20100221

Bottaro

bottaro

Esprime l'oggetto connesso con la lavorazione e la vendita delle "botti", così Bottaro rappresenta l'artigiano o il venditore. Bottaro è caratteristico della Bassa Padovana, fra Monselice ed Este (Pd). Varianti minori sono: Bottarel, Bottarelli, Bottaretto, Bottari, Botter, Botteri, Bottero.

cerqua

cèrquacèrqua | quercia

le cerque n'fonno l'ua

le querce non fanno l'uva
(... e nemmeno le arance EDIT)
[come dire: il frutto non cade lontano dall'albero; tale padre tale figlio...]




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20100220

anara

ànara

ànara, ànera, àrana = anitra

20100219

aranca'

salire

aranca n'te la machina! = sali in macchina!

20100218

ciùmbia

ciumbia!
espressione di stupore/meraviglia del tipo:
"wow", "accipicchia"

20100217

zanzotto, andrea

(...) i dialetti non si insegnano, ma si imparano. [2009]

20100216

Brutto in fassa, beo in piassa

Brutto in fassa, beo in piassa = brutto in fasce, bello in piazza
  
Ovvero la storia del brutto anatroccolo in veneziano; a Venezia, infatti, corre il detto che chi sia bruttarello da piccolo sarà bello da grande. A esplicazione del fatto, eccovi Angelina Jolie da (molto) giovane e ad oggi dopo (eventuale) passaggio dal chirurgo estetico e (sicuro) trattamento con photoshop!

pavia

Da pronunciarsi proprio come il nome dell'omonima città.
Si usa anche in senso figurato.
"Ma falla un pò finita! Te c'hai le pavie nella testa!"
(quando si vuole richiamare alla realtà, o alla concretezza, qualcuno che si mostra incline ad inutili vagheggiamenti o insensate elucubrazioni).

gomiero

gomièrogomièro | vomere (organo principale dell'aratro, costituito da una lama d'acciaio, che ha il compito di fendere orizzontalmente la terra da rivoltare)

20100215

Sframicare

sframicare = fare molliche
... mentre si mangia o si cucina... sbrigandosi... perchè ci sono sempre loro pronte a "pulire"!!!

Le età dell'uomo

(Disegno di Emanuele Luzzati)

A dés agn l'è ü s-cèt, a vint agn l'è ü paù, a trènt agn l'è ü leù, a quaranta l'è ü béstiù, a sinquanta l'è ü volpù, a sesanta l'è ü capù, a setanta l'è ü s-cetù, a otanta l'è 'n del balù.

(L'uomo) a 10 anni è un ragazzino, a 20 è un pavone, a 30 è un leone, a 40 è un bestione, a 50 è un volpone, a 60 è un cappone, a 70 è un bambinone, a 80 è nel pallone.


Di vinte ai trènta i va chi spaènta, di quaranta ai sinquanta i và chi stanta, di sesanta ai setanta i précc i canta, di otanta 'nda 'nsö i se cónta gnà piö.


Tra i 20 e i 30 anni quando si muore fa spavento, tra i 40 e i 50 i più sono vivi (letteralmente: faticano ad andarsene), tra i 60 e i 70 i più muoiono (i preti fanno festa), dagli 80 in su non si contano nemmeno più (quelli che muoiono).

V'lurd

V'lurd = BEGORDO = fasci di canne in fiamme che vengono portati in spalla da uomini e donne, vestiti di un particolare costume, detto "guazzarò", percorrrendo di corsa la strada principale del centro storico, per poi essere buttati a terra, a formare un grande falò che i partecipanti devono saltare...

A 20 Km dalla città della Costa, c'è la cittadina di Offida, sede di un carnevale storico e particolare, i festeggiamenti prevedono un sacco di cose, ma quelle legate a tradizioni che si perdono nella notte dei tempi sono... "Lu Bove Fint" e i "V'lurd".

VLURD è una locuzione dialettale derivante dal vocabolo BIGURDO o BIGORDO o BEGORDO con cui nel medioevo, si indicava una giostra cavalleresca, che, in occasione di importanti festeggiamenti, si svolgeva nelle strade dei castelli. Al calar della sera, poi, la manifestazione era illuminata dalle fiamme dei fasci di canne accesi, che, in senso traslato, vennero chiamati con lo stesso nome dato alla giostra. Nel linguaggio moderno, col nome di BAGORDO è sinonimo di gozzoviglia, baldoria, con cui si concludevano, quasi sempre, quelle manifestazioni paesane. La consuetudine di accendere e di portare i VLURD, per le vie di Offida, nella sera del martedì di Carnevale è documentata da un avviso da parte della podesteria di Offida che dice (2/2/1814):
1° - Il clamore notturno non potrà essere progredito oltre le ore 2 di notte; scorso questo periodo ciascuno dovrà restituirsi alle proprie famiglie, senza perturbare la pubblica e privata quiete;
2° - Le fiaccole non potranno essere dell'altezza che di 3 braccia, e sarà vietato appiccare il fuoco alle porte degli abitanti.

Io, sono stata un pomeriggio di tanti anni fa in Offida, a ballare in piazza, mascherata, ero arrivata qui da pochi mesi, e avevo poco più di vent'anni. Ricordo il mio stupore nel vedere così tanta gente adulta, in maschera, la via del Serpente Aureo (da cui pare arrivi il nome di Offida) coperta da una spanna di coriandoli e la meraviglia di scoprire a questa latitudine una nevicata in piena regola, che ci avvolse per una bella oretta!
Mio fratello, che è arrivato qui a 7 anni, non perde un Carnevale, per potersi divertire, ballare ma (da quando ha l'età da poterlo fare), soprattutto per partecipare al rito della corsa dei v'lurd e al salto del fuoco!


Spero di avervi spiegato per bene tutto... ;-)

Romaso

romaso = sorpreso, stupefatto
"so sta' romaso" = "sono rimasto senza parole"

20100214

Napia

Napia = Naso (soprattutto se grande o fatto male)

san valentin

Da san Valentìn el giasso no tién un gardelìn
A san Valentino il ghiaccio non regge un cardellino (tanto è leggero e sottile)

20100213

scóa

scóa

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20100212

sgnèvedo

sgnèvedo = ben nutrito, florido, in salute, vivace.
In genere riferito ad animali domestici e d'allevamento ma anche ai bambini.
Es: Varda che bel sgnèvedo! (Guarda che ben nutrito/in salute!)

gardelin

cardellinogardelìn | 1. s.m. cardellino; 2. agg. esile, gracile

20100211

aiga

aiga da scciümaira
acqua del fiume

nella foto: foce del fiume Roja

buganse

bugànse

bugànse = geloni

20100210

bevanda

bevandavino allungato con acqua

20100209

ciavirà

Ciavirà (rovesciata - sottosopra)

dal verbo "ciavirà" rovesciare, anche in senso metaforico.

Ancöi sun ciavirà
(oggi sono di malumore, non sono in forma)

20100208

rosole

rosolerosole = (foglie di) papavero

In cucina sono svariati i piatti cui è possibile aggiungere foglie di papavero, lesse oppure ripassate in padella, con l’aggiunta di un po’ di olio.

20100207

disiale

ditale

disiàle

tromba

joint

20100206

si estingue la tribù dei Bo

Muore l'ultima sopravvissuta dalla tribù dei Bo delle Isole Andamane

Boa Sr aveva circa 85 anni ed è morta la scorsa settimana. Era l’unica a parlare il “bo”, una delle 10 lingue dei Grandi Andamanesi. Boa era la discendente di una delle più antiche culture della Terra; si stima infatti che il suo popolo abbia vissuto nelle Isole Andamane per almeno 65.000 anni.

Quella dei Bo era una delle 10 tribù di cui si componeva il popolo dei Grandi Andamanesi. Quando i Britannici colonizzarono le Isole, nel 1858, i Grandi Andamanesi contavano almeno 5.000 persone. Ora ne sopravvivono solo 52. La maggior parte fu uccisa dai colonizzatori o dalle malattie da essi importante.

Non riuscendo a “pacificare” le tribù con la violenza, i Britannici cercarono di “civilizzarli” catturandoli e tenendoli rinchiusi nella famigerata “Casa degli Andamani”. Dei 150 bambini nati nella Casa, nessuno ha superato l’età di due anni.

Oggi, i Grandi Andamanesi sopravvissuti dipendono largamente dal governo indiano per il cibo e le case, e fra di loro è molto diffuso l’abuso di alcool. (...)

“Da quando era rimasta la sola a parlare [il bo]” ha raccontato il linguista Anvita Abbi che la conosceva da molti anni, “Boa Sr si sentiva molto sola perchè non aveva nessuno con cui conversare… Boa Sr aveva un grande senso dell’umorismo; il suo sorriso e la sua risata fragorosa erano contagiosi.”

“Non potete immaginare il dolore e l’angoscia che provo ogni giorno nell’essere muto testimone della perdita di una cultura straordinaria e di una lingua unica.” (...)

“I Grandi Andamanesi sono stati prima massacrati, e poi quasi tutti spazzati via da politiche paternalistiche che li hanno condannati a malattie epidemiche e li hanno derubati della loro terra e della loro indipendenza” ha commentato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International.

“Con la morte di Boa Sr e l’estinzione della lingua bo, di una delle culture più antiche della Terra oggi ci è rimasto solo il ricordo. La perdita di Boa è un tetro monito: non dobbiamo permettere che questo accada ad altre tribù delle Isole Andamane.”

Nel video Boa Sr canta in Lingua Bo:


20100205

bruscandoli


bruscandoli (s.m. pl.) | (germogli di) luppolo

20100204

Sebra

ciabattaSébra
(chiedo scusa per la gambaccia pelosa in primo piano,
ma il micio giocherellone mi piaceva troppo).

20100203

s-ciopeti

s-ciopeti = strigoli (silene vulgaris) detti anche schioppetti.
Questa pianta da un fiore a forma di calice che, se schiacciato, produce un suono simile ad un piccolo scoppio. Da qui il nome.
Con le foglie si possono fare degli ottimi risotti e delle deliziose frittate.

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celucchi

Il piccolo Vocabolario Versiliese traduce celucco con capello. Ciò risponde al vero ma, a mio avviso, è alquanto riduttivo. Nel senso che tale definizione risulta troppo neutra. In realtà, i celucchi sono i capelli con una connotazione negativa.

"Ma tàgliti que' celucchi! Unno vedi come sei concio?!!"

I celucchi sono di norma sgrendinati (non in ordine, scomposti) o, comunque, assolutamente non gradevoli all'impatto visivo. Magari anche solo perché non donano a quella particolare persona, insomma sono fuori luogo (per esempio, un uomo che tende alla calvizie, risulta ridicolo quando porta i capelli lunghi... In quel caso, i capelli son celucchi).

P.S. Non me ne voglia lo psichiatra Vittorino Andreoli. Ma, secondo me, quei celucchi andrebbero assolutamente tagliati.

20100202

s-ciopà

s-ciopà = scoppiato, fuso, completamente andato...

20100201

s-ciopa

s-ciopa = fucile
(anche al maschile s-ciopo)

lelleva

edera

 
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