20110226

vegro

végro [agg.] | (terreno) arido, incolto, sassoso

20110223

biso


A) Biso = Grigio (es: il gatto biso)
B) Biso = Pisello

20110222

durare quante 'n nampo 'n una grotta

ossia

Durare quanto un lampo in una grotta

Quando qualcosa è destinato a non durare , ad avere vita breve
"Hai compro le scarpe da' ccinesi? Sta siguro che durin quante'n nampo* 'n una grotta!"

*un nampo: il solito fenomeno di assimilazione consonantica (vedi "un no so" per "un lo so")

20110221

ofelè

ofelè (s.m.) | pasticcere

ricorrente in frasi tipo:
ofelè, fa el to mestè = esortativo per "pasticcere, fai il tuo mestiere (ossia ciò che ti compete)"
ogni ofelè al fa el so mestè = "a ciascuno il suo (mestiere)"

20110220

pecosso



Pecòsso = coscia di pollo e simili

20110218

pìppolo

Questi della foto sono chiaramente pìppoli d'uva.

"Era sotto la pergola a buco punzoni* a coglié 'ppìppoli d'uva"

Ma nel pìppolo si tende a identificare qualunque oggetto, bacca, o escrescenza, che sia di piccole dimensioni e di forma rotondeggiante (può addirittura essere sinonimo di "capezzolo").
Da pìppolo deriva il verbo spippolare : "La vecchia spippolava 'l rosario", "Stai a spippolà su quel telecomando dala mattina ala sera!".

*buco punzoni = chinato/a

20110215

cul de poule



[mauro lorenzon vs. jamie oliver - fonte]

I should have been Italian. There's such diversity in lifestyles, cooking, traditions and dialects... (Jamie Oliver)

il sordo, il céco e il zoppo

Disse 'l sordo: Sento un tordo!

Disse 'l céco: Io lo vedo!

Disse 'l zoppo: Caminiémo! Siémo 'n tre... lo racchiappiémo!


Da notare: il zoppo anziché lo zoppo. E' una particolarità del dialetto versiliese (il zucchero, il zenzero, ecc.)

20110214

salicastróni

Il termine deriva da salicastro, ossia salice in toscano.
I salicastróni (accento tonico sulla o) sono ecchimosi a forma di striscia, sostanzialmente postumi di "frustate".
"Ti faccio venì i salicastróni!", è sinonimo di "ti prendo a cinghiate".
Quando ero piccola, era molto in voga la "mazza" come metodo punitivo corporale (oggi, non so). La mazza, chiamata anche, in modo molto evocativo, scianguinella (richiama il colore rossastro del ramo del salice, ma allude anche sinistramente agli effetti che avrebbe potuto procurare: scianguinare = sanguinare) era in realtà un ramoscello che, privato delle foglie, si adoperava per inferire più o meno blande frustate sul sedere dei bambini discoli. Di solito, mio padre usava l'espressione "Ora piglio la mazza!" solo come minaccia. Ma in un'occasione se ne armò veramente e la utilizzò, lasciando segni evidenti sulle mie chiappe. Dopodiché, preso da repentino rimorso, si prodigò in pietosi, quanto inutili, impacchi di acqua fredda sui salicastróni che lui stesso mi aveva cagionato!

pisalanco

Pisalànco = Altalena


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20110213

veneto dei dialetti

Il veneto è più di un dialetto e meno di una lingua?

In un certo senso sì. Il veneto rompe lo schema secondo cui alla lingua si affida la comunicazione generale e al dialetto quella locale. Ma il punto è un altro. Sostenere che esiste un'unica lingua veneta è impossibile. Non esiste un veneto astratto e unitario: pensi al padovano, al veronese, al veneziano, al bellunese e al feltrino. Gli uni fanno fatica a comprendere gli altri. Come si fa, allora a parlare di "lingua veneta"?

20110212

Done balose

I dòne balòse i pèla i póe sènsa fàle usà.

Le donne furbe spennano le galline senza farle urlare
(circuiscono senza farsi accorgere).

20110211

Pòndga



Pòndga = Ratto
(dispregiativo: Pundgàza)


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, tarpóne

curame


Curàme = cuoio

Ricordo ancora la vecchia filastrocca, quella che usava dirmi mio padre e successivamente io ho raccontato a mia figlia.
Molto facile perciò che questa versione abbia molteplici varianti!

go fame, magna curàme
go sén, bevi fén
go sono, va dormir cole braghe de to nono

ho fame, mangia cuoio
ho sete, bevi fieno
ho sonno, vai a dormire con i pantaloni di tuo nonno

Ovviamente nessun senso, ma come tutte le filastrocche solo rima facile da ricordare

20110208

lavéggio

"Mètti il lavéggio sul fóco, che è òra di desina'!"



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appiétto

L'origine di questa strana locuzione è da ricondursi al gergo contadino, in cui "si raccoglie (o si taglia) qualcosa (erbe, piante, ortaggi) appiétto" quando lo si fa senza effettuare alcuna selezione. Nel tempo, si è estesa a molti altri àmbiti e contesti. Quando ci si mette a fare qualcosa "appiétto", si vuole enfatizzare il concetto di meccanicità in una qualsivoglia operazione, che viene svolta, appunto, senza alcun criterio selettivo, in modo radicale, sistematico e indiscriminato.

morto ne' cenci

(dove ne' sta per nei)


Dicesi di individuo tendenzialmente apatico, insignificante, carente di personalità, privo di slanci vitali, di vèrve, di spirito di iniziativa.

20110205

angùro


angùro (s.m.) | ramarro

20110202

pòro

pòro = povero
Usato quando ci si riferisce ad una persona defunta.
Es: Qui abitava "el pòro" Bepi.
L'espressione si usa in modo particolare quando si parla di una persona buona, amata e che ci ha lasciato un buon ricordo di se. Non a caso nell'immagine la lapide...sorride.  ;)

 
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