amarcord
Amarcord, in romagnolo «A m'arcòrd», mi ricordo, la chiave di tutta la poetica felliniana, la cifra di un autore che, da quando fa cinema, nei suoi momenti più alti è sempre andato alla «ricerca del tempo perduto», trovando nei ricordi, nella memoria, la fonte più viva della sua ispirazione (...).
[Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 19 dicembre 1973]
Ci son rimasto come un patacca; mi volevo buttar giù dal molo... (Titta)Mio nonno fava i mattoni, mio babbo fava i mattoni, fazzo i mattoni anche me, ma la casa mia n'dov'è? (Calzinazz)– E allora, onori il padre e la madre? (il prete)– Io sì. Ma loro non mi onorano a me: mi danno certe tozze sulla testa! (Titta)
1 comments:
Leggo ora nelle curiosità, in wiki, che l'albero dove lo zio Teo urla "vojo una dooooonnaaa"
E' FINTO...
:(
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