Azezibau
Nel dialetto ventimigliese è un aggettivo che significa "assiderato, rinsecchito dal freddo", derivato da "ziba" il nome del vento freddo di tramontana che spira dalle nostre parti d'inverno.
In "Nöte üvernenga" il poeta dialettale Renzo Villa utilizza il termine con una similitudine nella quale fa assomigliare l'inverno ad un vecchio ubriaco che dorme sulla nuda terra, intirizzito dal freddo.
Nöte üvernenga
E rame du figu
gianche cume u laite,
suta u ciairù da lüna
i sun brassi de caussina
aissai au celu.
Nu se sente l'aren du ventu
ni u runfu da marina.
L'invernu u dorme acurgau
in sciâ terra nüa,
cume in imbriagu
azezibau dau freidu.
(Notte invernale - I rami del fico/ bianchi come il latte,/ sotto il chiarore della luna/ sono braccia di calce/ levate al cielo.// Non si sente il respiro del vento/ nè il russare del mare./ L'inverno dorme disteso/ sulla nuda terra,/ come un ubriaco/ intirizzito dal freddo.)
6 comments:
E' una gioia leggerti!
Benvenuta Filo :)
benvenuta filo!
@Gaz, grazie cara!
@Redazione, grazie infinite a voi tutti, in particolare a Em.
Fiore non potevi fare un'entrata migliore, bentrovata :)
Questi versi evocano immagini semplicemente belle.
Complimenti, filo :)
Grazie Skip! ;;)In un futuro non molto lontano,forse la nostra scuola sarà intitolata proprio a Renzo Villa,che ho conosciuto di persona ed era maestro elementare. E'scomparso nel '96, mi pare.
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