a proposito di verbi parte seconda

Non posso non accennare al passato remoto, in quanto assai curioso. I verbi appartenenti alla seconda e terza coniugazione (- ere, - ire), e che sono composti da più di due sillabe, come nascere, morire, apparire, si trasformano rispettivamente come segue (per semplificare, indico solo la terza persona singolare): nascétte; morìtte, apparitte (qui mi colpisce l'analogia con i dialetti campani!). Tuttavia, questo peculiare adattamento del passato remoto sta cadendo in disuso (non sentirete mai dire ad un giovane versilese "moritte" o "apparitte"!).
Ovviamente, la"versiliesizzazione" dei verbi, non riguarda solo il modo indicativo, bensì anche il congiuntivo: "mi pare vadi via" anziché "mi pare vada via", "credo siìno arivati" (siano arrivati), "speriamo venghi 'l sole" (venga) oppure "se facéssite, se andàssite, se fóssite" anziché " se faceste, se andaste, se foste".
Un'ultima curiosità:
I verbi contenenti il fonema “gl”, come “scegliere, sciogliere, cogliere”, alla terza persona plurale diventano: scèglino, sciòglino, còglino (nel versiliese più arcaico rispettivamente: scèlgino, sciòlgino, còlgino).
Un'ultima curiosità:
I verbi contenenti il fonema “gl”, come “scegliere, sciogliere, cogliere”, alla terza persona plurale diventano: scèglino, sciòglino, còglino (nel versiliese più arcaico rispettivamente: scèlgino, sciòlgino, còlgino).
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