zaia grammelot
A quanto pare pullula di raffinati linguisti, tra i neo eletti governatori (specialmente quelli bisillabi)... Andatevi a leggere quest'infilata di perle preziose, poi date un'occhiata a quanto segue:
elle evanescente! - Una volta per tutte: anche se si pronuncia “a” (oppure “eà”), il femminile dell'articolo definito (la le in italiano, per intendersi) va trascritto utilizzando il segno "l"... Per chi non se ne capacita: citofonare Cortelazzo... Esempio illuminante, il testuale: “a vitoria del Veneto, de i so òmeni e de e so fémene”... come dovrebbe fare il povero lettore (ancorché veneto) a distingure “e” congiunzione da “e” articolo (che nel caso di specie andava ovviamente trascritto “le”)?
Ancora, "volontà" vs. "poitica" (senz'accento tonico, lettore mettici del tuo...): una volta Con, una volta Senza, segno di incrollabile padronanza della materia...
doppie lettere! - Una volta per tutte: in Veneto non esistono doppie lettere intervocaliche. Punto e basta. E' pur vero che alcuni dialettologi optano per una trascrizione italianizzante della doppia intervocalica, ma se si è di questa scuola di pensiero, un minimo di coerenza sarebbe richiesta... Invece qui, nella stessa riga, convivono inspiegabilmente “vitoria” e “elettori”...
apocope! - Sembra postularsi come base linguistica la scelta del veneto-veneziano, che effettivamente fa largo uso di parole a finale tronca (il “calegaro” di Padova diventa “caleghèr” a Venezia): ma, nella foga di tranciare via le finali, eccoti comparire l'inopinato “temp”... a parte che - volendosi professare veneti ortodossi - i gruppi consonantici corrispondenti all'italiano mp e mb sono in veneto np e nb (inbrìago = ubriaco), a parte questo... letti troppi album di Cattivik?
Ma il vero capolavoro è “sol” (sempre senz'accento tonico... e la vocale... sarà aperta o chiusa?): sostantivo veneziano che significa “sole”, qui è contrabbandato per l'avverbio “solo, solamente”...
elle evanescente! - Una volta per tutte: anche se si pronuncia “a” (oppure “eà”), il femminile dell'articolo definito (la le in italiano, per intendersi) va trascritto utilizzando il segno "
Ancora, "volontà" vs. "poitica" (senz'accento tonico, lettore mettici del tuo...): una volta Con, una volta Senza, segno di incrollabile padronanza della materia...
doppie lettere! - Una volta per tutte: in Veneto non esistono doppie lettere intervocaliche. Punto e basta. E' pur vero che alcuni dialettologi optano per una trascrizione italianizzante della doppia intervocalica, ma se si è di questa scuola di pensiero, un minimo di coerenza sarebbe richiesta... Invece qui, nella stessa riga, convivono inspiegabilmente “vitoria” e “elettori”...
apocope! - Sembra postularsi come base linguistica la scelta del veneto-veneziano, che effettivamente fa largo uso di parole a finale tronca (il “ca
Ma il vero capolavoro è “sol” (sempre senz'accento tonico... e la vocale... sarà aperta o chiusa?): sostantivo veneziano che significa “sole”, qui è contrabbandato per l'avverbio “solo, solamente”...
fritto misto scelto:
- “el Veneto ze na region maravejosa”: vallo a dire a un chioggiotto, poi vedi cosa si intende per “matte risate”... A Chioggia (Venezia), come peraltro in tutto il Veneto, “maravejoso” sta per “colui che si meraviglia”; “darse maraveja” vuol dire “stupirsi”, “meravigliarsi”. Il termine è dunque inappropriato ad esprimere “bellissimo, meraviglioso”, trattasi di false friend...;
- “dògo”, invece dell'universamente diffuso “zugo/zògo” (= gioco)... trattasi di occulto omaggio ad Andrea Zanzotto? In questo caso, benvenga... ma attenzione: il grande vecchio è un pericoloso cummunista e non scrive in veneziano...;
- “ un co' ”, è semplicemente incommentabile... “oggi” in veneto si pronuncia e trascrive “uncò/ancùo”;
- “rincuràr”: ma quando mai? “rancuràre/rancuràr”, casomai...;
- calchi italiani e venetizzazioni: numerosi, involontariamente comici e comprensibili anche ai non veneti... “sicuransa”..? “paronansa”..? “vizilia”..? Ma Quando Mai? Ma Dove?
epilogo
La Lingua italiana ha innumerevoli sfumature possibili (“Un paese, 6000 lingue”), date anche dal mosaico di dialetti, lingue e parlate locali di cui dispone.
Occorre farsene una ragione, “senza la cornice della lingua nazionale il dialetto diventa un fatto folclorico, da osteria, da barzelletta paesana” (Alberto Asor Rosa - Università Sapienza, Roma).
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Testi di riferimento
AA.VV., Manuale di Grafia Veneta Unitaria, stilato dalla commissione scientifica istituita con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 4277/1994
Turato e Durante, Dizionario etimologico Veneto-Italiano, La Galiverna, 1995
7 comments:
ringrazio R. per la segnalazione di questo imperdibile articolo.
ed eccovi in risposta a Zaia un bellissimo post di Galatea in argomento: galatea
Ed io ringrazio Em che ringrazia R... :)
Complimenti, un ottimo post!
Una perla i governatori bisillabi hehehehe
Hai lavorato davvero a tempo di record!
Sapevo che non ci avresti delusi... ;)
governatori bisillabi l'ho rubata ai conigli di radio2...
Ummmm, taccio e acconsento.
Sembra abbia cercato di infilarci dentro termini di tutte le varianti per non scontentare nessuno...
"rincuràr" e "tenp" esistono è belumat.
"vizilia" lo usano nella pedemontana trevigiana.
"paronansa" l'ho trovato da qualche parte, "sicuransa" invece no.
... alla fine il risultato è un veneto maccheronico che strappa una risata :-D...
Paolo
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