In dommu de su ferreri, schironi ‘e linna
Questo detto significa: a casa del fabbro, spiedo(i) di legno.
Come capita spesso nel mondo dei detti, dei proverbi ed in genere in quello del linguaggio colloquiale sardo, per veicolare uno o più significati di varia natura si ricorre ad una figura appartenente al mondo del lavoro.
Non di rado, le figure adottate provengono dal mondo artigiano, agropastorale ed operaio.
In questo caso, su ferreri cioè il fabbro è utilizzato come persona di cui non si mettono a priori in dubbio le capacità o le doti professionali, l’esperienza, la forza fisica ecc.
Del fabbro si discute invece il senso pratico o meglio, domestico; l’attitudine o sa gana, la voglia, la volontà di rendersi utile in famiglia.
In effetti, un fabbro che non sappia o non voglia forgiare degli spiedi metallici per sé o per i suoi, può suscitare s’arrisu, il riso ed essere canzonau, schernito.
Come capita spesso nelle culture popolari, assistiamo qui ad un rovesciamento di valori e di prospettiva (quel che di solito capita in occasione del Carnevale).
L’esperto artigiano è così abbassato al rango di allocco o come si dice nel sardo parlato a Cagliari e nel suo circondario, di balossu.
Allargando (di molto) il discorso, mi pare che nel folklore yiddish e nella stessa cultura ebraico-orientale vada per così dire in scena il tipo del dotto talmudista.
Il dotto in questione vien talvolta rappresentato come il classico Luftmensch (uomo delle nuvole, sognatore) che nelle questioni pratiche deve essere tratto d’impaccio dalla moglie (ah, le donne!).
Il filosofo danese Kierkegaard raccontava del tipico filologo (olandese, credo) che riceveva un aiuto simile dalla consorte…
Su questo tema sarebbe comunque interessante un confronto anche con altre/i del blog.
Domanda, quindi: nella vostra regione avete un equivalente del fabbro che a casa sua utilizza degli spiedi di legno? Voglio dire, un detto che possa essere avvicinato a questo? (il che è piuttosto probabile).
Comunque, per me il detto in dommu de su ferreri, schironi de linna può essere inteso in senso lato come uno sberleffo ai cosiddetti esperti…
Come capita spesso nel mondo dei detti, dei proverbi ed in genere in quello del linguaggio colloquiale sardo, per veicolare uno o più significati di varia natura si ricorre ad una figura appartenente al mondo del lavoro.
Non di rado, le figure adottate provengono dal mondo artigiano, agropastorale ed operaio.
In questo caso, su ferreri cioè il fabbro è utilizzato come persona di cui non si mettono a priori in dubbio le capacità o le doti professionali, l’esperienza, la forza fisica ecc.
Del fabbro si discute invece il senso pratico o meglio, domestico; l’attitudine o sa gana, la voglia, la volontà di rendersi utile in famiglia.
In effetti, un fabbro che non sappia o non voglia forgiare degli spiedi metallici per sé o per i suoi, può suscitare s’arrisu, il riso ed essere canzonau, schernito.
Come capita spesso nelle culture popolari, assistiamo qui ad un rovesciamento di valori e di prospettiva (quel che di solito capita in occasione del Carnevale).
L’esperto artigiano è così abbassato al rango di allocco o come si dice nel sardo parlato a Cagliari e nel suo circondario, di balossu.
Allargando (di molto) il discorso, mi pare che nel folklore yiddish e nella stessa cultura ebraico-orientale vada per così dire in scena il tipo del dotto talmudista.
Il dotto in questione vien talvolta rappresentato come il classico Luftmensch (uomo delle nuvole, sognatore) che nelle questioni pratiche deve essere tratto d’impaccio dalla moglie (ah, le donne!).
Il filosofo danese Kierkegaard raccontava del tipico filologo (olandese, credo) che riceveva un aiuto simile dalla consorte…
Su questo tema sarebbe comunque interessante un confronto anche con altre/i del blog.
Domanda, quindi: nella vostra regione avete un equivalente del fabbro che a casa sua utilizza degli spiedi di legno? Voglio dire, un detto che possa essere avvicinato a questo? (il che è piuttosto probabile).
Comunque, per me il detto in dommu de su ferreri, schironi de linna può essere inteso in senso lato come uno sberleffo ai cosiddetti esperti…
4 comments:
C'è anche Riccardo qui!!!:)
Mi piace il dialetto sardo.Il campidanese in particolare ha un bellissimo suono.
Grazie, Guernica!
Felicissimo di trovarti anche qui...
In effetti, benchè molti considerino il sardo campidanese un po' "imbastardito" (rispetto al sardo per es. del nuorese) penso anch'io che possegga notevoli capacità espressive.
A presto!
...il figlio dello "scarparo" c'ha le scarpe rotte...
anche in veneto abbiamo qualcosa di simile a quanto segnalato dal vecchio fausto, ma ora proprio non mi sovviene... mi premeva però sottolineare la derivazione spagnola di gana... quanto mi piace l'italiano in tutta la sua mosaicità, se così si può dire...
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