ràco
Voce imitativa, esprime in origine il gracidare.
Che ràcola = che parlantina, riferita in particolare a persona che parla in continuazione.
Ràcola o racoléta è anche uno strumento di legno formato da una rotella dentata e un'assicella con lamina a contatto con la ruota: facendo girare lo strumento come un'elica si produce un rumore simile a quello di una raganella.
Si usava nelle sagre, nelle chiese il venerdì santo in luogo del campanello e delle campane che tacciono in segno di lutto.
Che ràco
Ràco
Si usava nelle sagre, nelle chiese il venerdì santo in luogo del campanello e delle campane che tacciono in segno di lutto.
Si scrive/pronuncia anche senza la "elle" :-)
RispondiEliminaHai ragione Caigo, veramente sarebbe la famosa elle evanescente così preziosa e inconfondibile caratteristica del nostro dialetto.
RispondiEliminaCiao :-)
p.s. non so mai come fare a scriverla...ufff
@caigo: giusto!
RispondiElimina@gaz: in html la Elle Evanescente va racchiusa tra aperto e chiuso strike... <strike> e </strike>...
Grazie Em, adesso correggo il post!
RispondiEliminaOk Caigo?
:-)
Qui nelle basse marche, la chiamano "Grassèlle".
RispondiEliminaLa raganella.
Ciao, R
esatto, anche in mant. racula ha quei significati ,....ad es. mia nonna diceva 'l'è na racula' di una sua vecchia zia un pò'brontolona'
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