20090330

sgregiolà

Sgrègiola il telefono quando la linea è disturbata; sgrègiola un televisore quando manca l'antenna o non sono stati sintonizzati i canali (ed appare la tipica schermata grigia puntiforme); sgrègiola un disco in vinile quando è sporco o graffiato. Lo sgrégiolìo è quel rumore (o, meglio, quell'insieme di rumori) che è composto da un fruscìo di fondo ulteriormente disturbato da scricchiolii, crepitii, sfrigolii di varia natura. Ha tutta l'aria di essere un termine onomatopeico ed ero convinta fosse creazione assolutamente versiliese ma, in alcuni dizionari della lingua italiana, è presente il verbo sgrigiolare (si specifica che è molto poco usato) come sinonimo di "scricchiolare". Se si tratta del medesimo verbo, e presumo proprio di sì, in versiliese si è arricchito di molte più sfumature rumorose.
La e si pronuncia chiusa nel verbo all'infinito e in tutte quelle forme e tempi verbali in cui essa non fa parte della sillaba accentata: sgrégiolà; sgrégiolàva. Ma la stessa e si apre quando su di essa cade l'accento tonico: il disco sgrègiola. In tutti i vernacoli toscani (tranne massese e carrarese), come ben si sa, la pronuncia della g sonora in posizione intervocalica si addolcisce ulteriormente, diventando molto simile, se non identica, alla pronuncia della j francese di jour. Il versiliese, però, è particolare anche per quanto riguarda la pronuncia di questo fonema che diventa, infatti, uno strano ibrido tra la j dei francesi e la ʃ di sciare, anzi, si enfatizza più quest'ultima, che non la J francese. Mi è capitato di riconoscere, più o meno, lo stesso suono quando un romano pronuncia, per esempio, la parola bugia.

P.S. Sto provvedendo alla realizzazione di un cd audio-video per la gioia della Gaz!

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