20100430

scudrizzola

ballerina bianca

ruara

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ruàra (s.f.) | solco lasciato dalle ruote dei carri sulla terra battuta


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similia tag | scarèza

20100428

can da acqua

Can da acqua = grillotalpa. Detto anche sbusa àrzari (buca argini).

[3 di 3]

20100427

fatto de can

Fatto de can = Fatto di cane. Persona dalla tempra eccezionale quasi inattaccabile dalle malattie. Capace di guarire da ferite in breve tempo e con pochissime cure.

[2 di 3]

20100426

pùmaro

Pùmaro = Il pùmaro è qualcosa di più del classico "bastardino". E' il cane del contadino, quello che lo segue nel lavoro dei campi, quello che gli fa compagnia, quello che fa la guardia al pollaio (vedi volpi), quello che a volte è buono anche per andare a caccia.
Nella foto: Rochi, pùmaro della mia famiglia negli anni '70.

[1 di 3]

ciaccio

picchio muratore

20100425

baticristu

baticristu (s.m.) | agave

20100424

cucc'la

donnola

mescola

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méscola (s.f.) | 1. mattarello; 2. mestolo

20100423

Sestin

Far 'na roba co' sestin (o sesto) = fare una cosa per bene, con competenza e dedizione

"Varda che bravo quel là, come che lavora co' sestin!"

bonagrasia

bonagrasia

bónagrasia = l'asta che sostiene la coltrina

20100420

candalena

acetosa

far neto bateo

Far neto batèo: letteralmente "pulire il battello" corrisponde all'italiano "far piazza pulita".

ammazza somari

vespa crabro, calabrone

Si dice che 7 punture di questa vespa uccidano un somaro.

20100419

Scarèza

Scarèza
solco lasciato dalle ruote dei carri o dei mezzi agricoli
nei campi o sulle strade sterrate

'ndà fò da la scarèza
lasciare la retta via (andare fuori di testa)

Scaréza del cöl
Tira sö chi braghe e chi mödànde lé, che ta sa èt la scarèza!
(Tira su quei pantaloni e quelle mutande, che ti si vedono le chiappe)


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similia tag | ruàra

varoi

varòl(s.m. inv.) | (cicatrici del) vaiolo

20100417

marmetta

pentola


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similia tag | técia , lavéggio

20100416

piva piva sona



Ho obbligato mia figlia a fare questo giochino che facevo da piccola con uno stelo di petabrose. Al termine della tiritera il pezzetto di gambo avrebbe dovuto fischiare, cosa che non ha fatto alla perfezione. Naturalmente ho dovuto declamare io in dialetto perchè la pronuncia veneta di Laura fa ridere.

masòca

masòca

masòca, massòca, mazzòca (s.f.)
grosso pennello per tinteggiatura

20100414

gatto puzzo

puzzola

brombo

Brombo = bagnato fradicio.

caponara

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caponàra (s.f.) | gabbia, stia
(da capón, cappone)


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similia tag | chèba

20100413

versatojo

lavabo, lavandino


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similia tag | seciaro

roscano

ròscano (s.m.) | scarola

20100412

bisaccione

grasso, sgraziato, impacciato, chi porta vestiti troppo larghi

britola

britolin

brìtola = roncola, coltello ad uncino
dallo sloveno "britva" - coltello

Molto usato britolin, un coltello più piccolo, quasi tascabile.
Mio padre, da buon campagnolo, lo aveva sempre con sè, "mai sénsa britolin" diceva, andando per i campi è indispensabile...

ruga

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ruga (s.m.) | (dal lat. eruca)

20100410

ciambotta

rospo

pedocco

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pédòcco  (s.m.) | taràssaco, dente di leone, radicchio pedocco


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similia tag
| petabrose ¬ brusaoci

20100409

racanaccio

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racanaccio (s.m) | ramarro

Laaco

Laacò

20100408

bucajone

scarafaggio o persona che si veste sempre di nero


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similia tag
| papone

brusaoci

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Brusaoci = Tarassaco (...bis) ;)


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similia tag
| pédòcco ¬ petabrose

petabrose

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Petabróse | Dente di leone - Tarassaco (taraxacum officinale)


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similia tag
| pédòcco ¬ brusaoci

20100407

roito

persona estremamente brutta

righea

La righèa è un gioco che si pratica in alcune località della provincia di Treviso nel giorno di Pasquetta. Il "campo" è un catino realizzato con fango sassi ed erba dove i giocatori devono far rotolare delle uova sode cercando di colpire ed ammaccare quelle avversarie, oppure, cercare di avvicinare il proprio uovo ad una moneta gettata in precedenza nel catino. Praticamente è una via di mezzo tra il biliardo ed il gioco delle bocce. I migliori giocatori fanno incetta di monetine e uova sode strappate agli avversari.

mazarol


Il Mazaròl è un personaggio fantastico tipico del folklore della valle del Primiero e di altre zone del Bellunese.
Di aspetto robusto e atteggiamento selvaggio, spesso simile a un vecchio. Sarebbe vestito di rosso, con giacca turchina, un grande cappellaccio e un mantellone nero sotto al quale nascondeva i bambini disobbedienti portandoli con sé nel folto bosco ove abitava.
Ha un carattere generalmente benevolo, ma è suscettibile e vendicativo nei confronti di chi tradisce la sua fiducia, dimostra poco rispetto per la foresta o semplicemente calpesta le sue impronte. In particolare, chi metteva il piede su un'orma da lui lasciata era costretto per forza d'incantesimo a seguirne le impronte fino a giungere alla sua caverna; ivi beveva il latte di una capretta nera e dimenticava subito tutto di sé stesso.


La ragazza del Primiero

Secondo una leggenda, il Mazaròl talvolta rapisce le persone per trasformarle in suoi schiavi. Un episodio narrato frequentemente riguarda una ragazza del Primiero che si sarebbe ritrovata al cospetto del Mazaròl subito dopo averne calpestato le impronte. La creatura le alitò in viso e lei dimenticò tutta la sua vita passata, trascorrendo gli anni successivi al suo servizio.
Il Mazaròl le insegnò a fare il burro, il formaggio e la ricotta e le aveva promesso che le avrebbe insegnato a ricavare la cera dal siero, tuttavia non ne ebbe il tempo. Infatti, un giorno, un cacciatore riconobbe la ragazza e la riportò in paese. Si fecero molti tentativi per far tornare la memoria alla sventurata; alla fine, ciò che funzionò da antidoto fu il latte di una capretta bianca, offertole da una vecchina. Per la felicità di essere tornata a casa, la ragazza insegnò a tutto il paese a fare il burro, il formaggio e la ricotta; ma in Primiero ancora non si sa ricavare la cera del siero. [fonte]

20100405

sito

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sito (s.m) | puzza



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similia tag | spusa

spisa

che spisa!

spisa, spiza = prurito
da pronunciare con l'esse sorda

20100404

rustico

rustico (s.m.) | prurito, solletico

etimo: dialetto

etimo.it
[etimo.it]

20100403

pinza


pinza, pinsa

Uno dei più antichi dolci della cucina veneta. Esistono diverse ricette (che possono prevedere l'utilizzo di uva sultanina, fichi secchi sminuzzati, semi di finocchio...), ma si realizzano tutte con farina gialla di mais e farina bianca.

20100402

zaia grammelot

A quanto pare pullula di raffinati linguisti, tra i neo eletti governatori (specialmente quelli bisillabi)... Andatevi a leggere quest'infilata di perle preziose, poi date un'occhiata a quanto segue:

elle evanescente! - Una volta per tutte: anche se si pronuncia “a” (oppure “eà”), il femminile dell'articolo definito (la le in italiano, per intendersi) va trascritto utilizzando il segno "l"... Per chi non se ne capacita: citofonare Cortelazzo... Esempio illuminante, il testuale: “a vitoria del Veneto, de i so òmeni e de e so fémene”... come dovrebbe fare il povero lettore (ancorché veneto) a distingure “e” congiunzione da “e” articolo (che nel caso di specie andava ovviamente trascritto “le”)?
Ancora, "volontà" vs. "poitica" (senz'accento tonico, lettore mettici del tuo...): una volta Con, una volta Senza, segno di incrollabile padronanza della materia...

doppie lettere! - Una volta per tutte: in Veneto non esistono doppie lettere intervocaliche. Punto e basta. E' pur vero che alcuni dialettologi optano per una trascrizione italianizzante della doppia intervocalica, ma se si è di questa scuola di pensiero, un minimo di coerenza sarebbe richiesta... Invece qui, nella stessa riga, convivono inspiegabilmente “vitoria” e “elettori”...

apocope! - Sembra postularsi come base linguistica la scelta del veneto-veneziano, che effettivamente fa largo uso di parole a finale tronca (il “calegaro” di Padova diventa “caleghèr” a Venezia): ma, nella foga di tranciare via le finali, eccoti comparire l'inopinato “temp”... a parte che - volendosi professare veneti ortodossi - i gruppi consonantici corrispondenti all'italiano mp e mb sono in veneto np e nb (inbrìago = ubriaco), a parte questo... letti troppi album di Cattivik?
Ma il vero capolavoro è “sol” (sempre senz'accento tonico... e la vocale... sarà aperta o chiusa?): sostantivo veneziano che significa “sole”, qui è contrabbandato per l'avverbio “solo, solamente”...


fritto misto scelto:
- “el Veneto ze na region maravejosa”: vallo a dire a un chioggiotto, poi vedi cosa si intende per “matte risate”... A Chioggia (Venezia), come peraltro in tutto il Veneto, “maravejoso” sta per “colui che si meraviglia”; “darse maraveja” vuol dire “stupirsi”, “meravigliarsi”. Il termine è dunque inappropriato ad esprimere “bellissimo, meraviglioso”, trattasi di false friend...;

- “dògo”, invece dell'universamente diffuso “zugo/zògo” (= gioco)... trattasi di occulto omaggio ad Andrea Zanzotto? In questo caso, benvenga... ma attenzione: il grande vecchio è un pericoloso cummunista e non scrive in veneziano...;
- “ un co' ”, è semplicemente incommentabile... “oggi” in veneto si pronuncia e trascrive “uncò/ancùo”;
- “rincuràr”: ma quando mai? “rancuràre/rancuràr”, casomai...;

- calchi italiani e venetizzazioni: numerosi, involontariamente comici e comprensibili anche ai non veneti... “sicuransa”..? “paronansa”..? “vizilia”..? Ma Quando Mai? Ma Dove?

epilogo

La Lingua italiana ha innumerevoli sfumature possibili (“Un paese, 6000 lingue”), date anche dal mosaico di dialetti, lingue e parlate locali di cui dispone.
Occorre farsene una ragione, “senza la cornice della lingua nazionale il dialetto diventa un fatto folclorico, da osteria, da barzelletta paesana” (Alberto Asor Rosa - Università Sapienza, Roma).



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Testi di riferimento
AA.VV., Manuale di Grafia Veneta Unitaria, stilato dalla commissione scientifica istituita con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 4277/1994
Turato e Durante, Dizionario etimologico Veneto-Italiano, La Galiverna,
1995

20100401

Borela


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Borèla, o a volte burlìna (cosa rotonda e piccola) = tuorlo

bìgoli

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I bigoli sono una pasta lunga, di origine veneta, diffusi anche nella Lombardia Orientale. Simili a grossi spaghetti, sono preparati con farina di grano tenero, acqua e sale. La principale caratteristica di questa pasta è la sua ruvidità, che le consente di trattenere sughi e condimenti: questa sua peculiarità le viene donata dal tipo di preparazione a trafila che impiega il bigolaro, torchio tradizionale. [fonte]



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