20100407

mazarol


Il Mazaròl è un personaggio fantastico tipico del folklore della valle del Primiero e di altre zone del Bellunese.
Di aspetto robusto e atteggiamento selvaggio, spesso simile a un vecchio. Sarebbe vestito di rosso, con giacca turchina, un grande cappellaccio e un mantellone nero sotto al quale nascondeva i bambini disobbedienti portandoli con sé nel folto bosco ove abitava.
Ha un carattere generalmente benevolo, ma è suscettibile e vendicativo nei confronti di chi tradisce la sua fiducia, dimostra poco rispetto per la foresta o semplicemente calpesta le sue impronte. In particolare, chi metteva il piede su un'orma da lui lasciata era costretto per forza d'incantesimo a seguirne le impronte fino a giungere alla sua caverna; ivi beveva il latte di una capretta nera e dimenticava subito tutto di sé stesso.


La ragazza del Primiero

Secondo una leggenda, il Mazaròl talvolta rapisce le persone per trasformarle in suoi schiavi. Un episodio narrato frequentemente riguarda una ragazza del Primiero che si sarebbe ritrovata al cospetto del Mazaròl subito dopo averne calpestato le impronte. La creatura le alitò in viso e lei dimenticò tutta la sua vita passata, trascorrendo gli anni successivi al suo servizio.
Il Mazaròl le insegnò a fare il burro, il formaggio e la ricotta e le aveva promesso che le avrebbe insegnato a ricavare la cera dal siero, tuttavia non ne ebbe il tempo. Infatti, un giorno, un cacciatore riconobbe la ragazza e la riportò in paese. Si fecero molti tentativi per far tornare la memoria alla sventurata; alla fine, ciò che funzionò da antidoto fu il latte di una capretta bianca, offertole da una vecchina. Per la felicità di essere tornata a casa, la ragazza insegnò a tutto il paese a fare il burro, il formaggio e la ricotta; ma in Primiero ancora non si sa ricavare la cera del siero. [fonte]

5 comments:

Caigo ha detto...

Scendendo lungo il Piave la leggenda resiste anche se con qualche piccola variante. Il nome diventa qualcosa come "massariol" ed anche le sue gesta cambiano. Ad esempio si dice per dispetto intrecci le criniere dei cavalli nelle stalle.

stefitiz ha detto...

questa l'avevo sentita in ospedale subito dopo l'operazione. Mi aveva operato il Prof.Mazzarol e dal suo cognome nacque questa conversazione

filo ha detto...

Nel paese dove è nato mio marito: Valle di Sopra-Lusiana,18 km da Asiago,la leggenda narra di un folletto dispettoso,vestito di rosso e chiamato "Sanguanelo"che andava nelle stalle a intrecciare le code e le criniere dei cavalli!

Caigo ha detto...

@ filo: è sempre "lui" sotto mentite spoglie! ;)

soundsetting ha detto...

Confermo presenza folletto in zona Asiago - Sette comuni e altre isole linguistiche altotedesche. Luserna, a ridosso dell'altopiano, e poi Sappada, Sauris ed altre ancora. Noto anche come Mazapegol. Sarebbe bello condividere e riordinare documenti su questa tradizione. D'altra parte simili presenze insinuanti sono segnalate anche molto più a sud. Munaciello a Napoli, galatticamente distante dai Tredici comuni veronesi o Mòcheni del Trentino, è analoga figura che s'intrattiene nottetempo e magicamente con signore. Da lui consolate e dall'immaterialità dell'esperienza assolte e giustificate. Si, loro e anche l'eventuale neonato.

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