In questo caso, sgronciolare significa chiaramente "sbeccare", riferito a piatti, bicchieri e vasellame in genere. Credo, però, dopo aver fatto una breve ricerca su Internet, che in origine il verbo si riferisse a quanto illustrato da un interessante "dizionario del vernacolo lucchese": sgronciolare – ridurre del pane in “gróncioli”. Il gronciolo, a sua volta, è definito: " pezzetto di pane avanzato che resta sulla tavola dopo il pasto". In effetti, tuttora, in Versilia, si è soliti usare espressioni del tipo "Falla finita di sgronciolà 'l pane!" (mia madre me lo dice sempre, quando, in prossimità dell'ora di pranzo, avvertendo l'esigenza di mettermi istantaneamente qualcosa nello stomaco nell'attesa che cuocia la pasta, "strazio" il pane con le mani strappandone avidamente il "cantuccio").
Posso anche dire, però: "Son cascata e mi son sgronciolata i ginocchi" (sbucciata, escoriata).
Digressione: dopo una lettura sommaria del dizionarietto online summenzionato, mi sono sorpresa dell'enormità di vocaboli che accomunano versiliese e lucchese. Il mio stupore può sembrare paradossale, visto che la Versilia è provincia di Lucca, eppure, pur conscia delle analogie, ero convinta che tanti ètimi tra i più pittoreschi e "strani" fossero tipicamente versiliesi, mentre, a quanto pare, sono stati mutuati dal lucchese. Forse, la causa della mancata percezione di quanto fossero simili i due vernacoli, nasce semplicemente dalla differenza della pronuncia, essendo quella lucchese più marcatamente toscana rispetto alla nostra.
All'improvviso ho ricordato il senso ma non il termine per indicare i pezzi di pane che rimanevano sulla tovaglia della mia infanzia...E' passata una vita da quando la nonna viareggina diceva di non buttare via i "groncioli". Ho cercato "cotronciolo" senza risultato. Dopo qualche giorno che rimuginavo nella mente questo termine, che avvertivo sbagliato, mi sono ricordata: groncioli! Che bello ritrovare nella lingua un pezzo di sè. ciao
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